Pubblicato il 18 Gennaio 2025
Come raccontato da La Stampa una ragazzina di appena 13 anni dormiva sempre a scuola e le maestre non riuscivano a darsi una spiegazione. Poi un giorno, dopo essere svenuta in classe proprio a causa del sonno arretrato, la bambina ha raccontato che la notte stava sveglia per controllare che il papà non uccidesse la mamma. Un racconto raccapricciante che ha fatto scattare immediatamente le indagini che hanno portato all’arresto del padre accusato di maltrattamenti in famiglia, che ha poi patteggiato due anni di reclusione.
Il racconto della bambina
Lo scorso maggio la bambina, a scuola, si era accasciata sul banco e in seguito al malore fu accolta dagli operatori di un ambulatorio di psicologia scolastica, che dai suoi racconti hanno estrapolato la terribile verità, fatta di violenze e vessazioni da parte del padre nei confronti della madre. La 13enne ha detto che la notte non riusciva a dormire e che aveva delle allucinazioni: il padre che inseguiva la madre con un coltello.
I carabinieri hanno avviato le indagini e hanno ascoltato la madre, che ha confermato gli insulti e le minacce ricevute dal marito, che le aveva installato sul cellulare un’app per monitorare continuamente i suoi spostamenti. La donna, esausta del controllo ossessivo del marito, gli disse che voleva separarsi e l’uomo iniziò a minacciarla di morte.
Al momento la donna, insieme alla ragazzina di 13 anni e un’altra figlia, di cui ha l’affidamento esclusivo, è stata portata in una comunità protetta. L’uomo, dopo il patteggiamento, è ora obbligato a seguire un corso in un centro di recupero per almeno un anno.