Pubblicato il 25 Maggio 2021
“Sul tema dell’immigrazione il nostro atteggiamento deve essere efficace, ma soprattutto umano”. Così il premier Mario Draghi.
Per il presidente del Consiglio “le immagini di quei bambini sono inaccettabili”. Il riferimento è alle immagini diffuse da Open Arms dalla spiaggia di Zuwara, in Libia. “I primi passi sembrano dimostrare una certa consapevolezza che occorra una risposta solidale non indifferente“, dice riferendosi al dialogo con i Paesi Ue. “Per ora sappiamo che saremo da soli fino al prossimo consiglio europeo. Sta a tutti noi prepararlo bene”, osserva Draghi spiegando che la soluzione è ancora tutta da costruire. “Deve esserci un accordo più efficace. La pura volontarietà” dei ricollocamenti dei migranti “ha dimostrato di essere abbastanza inefficace” ha detto Draghi parlando del tema dell’immigrazione. Il presidente del Consiglio non esclude il criterio di obbligatorietà del ricollocamento, ma osserva: “Si può individuare un sottoinsieme di Paesi che si aiutano. Anche sul tema dell’asilo non si è risolto il problema. La volontà di venirci incontro c’è, perlomeno a parole”, conclude il premier, “ho avuto un sostegno anche da parte di Paesi che finora sono stati indifferenti, speriamo che si arrivi ai fatti“.
E ancora: “Il certificato verde sarà pronto a metà giugno” ha detto Draghi, in conferenza stampa a Bruxelles. “Si stanno facendo progressi nell’agevolare la libertà di movimento in tutta l’Unione europea” e “il certificato Ue svolgerà un ruolo importante” quindi “siamo molto felici per l’accordo politico della scorsa settimana, che segna una pietra miliare in questo senso: i cittadini saranno in grado di utilizzare un certificato reciprocamente riconosciuto per viaggiare in Europa” ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine del vertice Ue. “L’infrastruttura IT” necessaria per far funzionare il certificato digitale “sarà pronta dal primo giugno”, ha aggiunto la presidente. “Ora gli Stati membri avranno un ruolo chiave nel garantire che i sistemi sanitari nazionali ricevano le informazioni sullo stato di salute dei cittadini, in modo che il certificato possa essere rilasciato”, ha precisato von der Leyen. “Penso che il certificato sia un’opportunità unica per mostrare come l’Unione europea contribuisce concretamente alla vita quotidiana delle persone“, ha concluso. (fonte: Agi)