Le dimissioni di Draghi annunciate pochi giorni fa hanno provocato un forte terremoto politico tra i partiti in Italia e ancora oggi si avvertono delle scosse che non possono essere definite di assestamento, poiché nulla è stato ancora deciso.
Intanto il Presidente del Consiglio questa mattina alle 9:30 si è recato in Senato per parlare e il suo discorso prevede due finali alternativi ben diversi tra loro: nel primo viene chiesta la fiducia alle forze politiche per proseguire, nel secondo invece vengono confermate le dimissioni, situazione che renderebbe necessarie nuove elezioni a settembre oppure ottobre.
Al momento non ci sarebbero stati contatti tra Draghi e Giuseppe Conte, leader del M5S, ma non è da escludere che i due possano sentirsi oggi nel corso della giornata.
Un ruolo cruciale in questa partita lo ricoprono i 5 Stelle, dove c’è il rischio di una nuova spaccatura tra governisti (che vorrebbero sostenere Draghi) e contiani che invece vorrebbero revocare la fiducia all’attuale Governo.
Il senatore Andrea Cioffi, arrivando a Palazzo Madama, come riportato da Adnkronos ha riferito queste parole: “Sentiamo cosa dice Draghi, poi ci riuniremo e prenderemo una decisione. Se Draghi viene in aula e ci dice che tra tre giorni fa il salario minimo, tra una settimana sblocca i crediti del Superbonus e interviene pesantemente sulle bollette, potremmo anche votare la fiducia”. Cioffi sul rischio di ulteriori scissioni interno al Movimento taglia corto: “Chi doveva andarsene via se n’è già andato”.
I leader di centrodestra, che si sono riuniti nella giornata di ieri in un vertice a Villa Grande, hanno lasciato trapelare che la loro decisione dipenderà da quanto dirà Draghi.
Intanto Salvini in un video social si è espresso così: “Dopo la crisi di governo causata dai grillini, dopo i capricci del M5S e del Pd che ancora ieri parlava di “ius soli”, di DDL Zan e cambio della legge elettorale, oggi in Aula la Lega farà solo quello che serve all’Italia e agli italiani. Vi si vuole bene”.
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