Pubblicato il 8 Ottobre 2020
Si è consumato un vero e proprio dramma della solitudine nelle prime ore del mattino oggi a Lecce. Sotto i portici di Viale Otranto, infatti, è stato trovato senza vita il corpo di un giovane clochard, ormai popolare nel centro cittadino e conosciuto da quasi tutti i leccesi. L’uomo aveva appena 34 anni, era di origine indiane e si era ormai trasferito a Lecce da circa dodici anni. Proprio quel portico di Viale Otranto lo aveva eletto a sua dimora e proprio lì, all’altezza del civico 32, dove aveva stabilito il suo giaciglio di fortuna, è stato trovato morto. Il 34enne, anche se le cause sono ancora tutte da accertare, è molto probabilmente morto per un infarto nella notte. Alle prime ore di questa mattina, infatti, una volontaria era andata a portargli del cibo, ma lo ha trovato senza vita. La donna, insieme ad alcuni passanti, quindi hanno chiamato i soccorsi e hanno presto attirato sul posto gli uomini del 118, ma purtroppo per lo sfortunato senzatetto non c’era già nulla da fare. Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della polizia locale, per gli accertamenti del caso. Il pubblico ministero di turno Maria Rosaria Micucci ha già disposto la restituzione della salma ai familiari. Un ennesimo episodio che colpisce il dramma della solitudine di questi invisibili che, purtroppo, troppo spesso sono dimenticati dalla società.
Dramma della solitudine, clochard trovato morto. Le parole dell’assessore Miglietta
Poco meno di due mesi fa ci fu una terribile scoperta a Campi, in un appartamento, quando una donna fu trovata morta dopo tre settimane. Un episodio che fece capire in maniera lampante quanto può essere spietato il dramma della solitudine. Quello avvenuto al giovane clochard oggi, invece, è solo l’altro lato della medaglia del dramma della solitudine che colpisce alcuni esseri umani. Sul triste episodio è intervenuto l’assessore al Wefare Silvia Miglietta che, sul decesso del giovane senzatetto oggi in viale Otranto, ha dichiarato: “Oggi un giovane in grave stato di bisogno è morta per cause naturali, come accertato dai medici intervenuti, sotto i portici di un condominio di Viale Otranto dove aveva trovato riparo nella notte. Singh, Sony per i suoi amici, era conosciuto dai membri della comunità indiana, presso la quale ha in passato trovato sostegno e possibilità di impiego e l’offerta di un aiuto economico per tornare nel suo paese d’origine, che, a quanto riferitomi, ha declinato. Non era sconosciuto al Comune e alla rete delle associazioni caritatevoli della città, ma non fruiva abitualmente dei servizi di ricovero presso Masseria Ghermi o delle mense che sono presenti in città. Servizi dei quali puntualmente le persone senza fissa dimora vengono informate dal settore Welfare, anche con l’ausilio di Polizia Locale e Protezione Civile. E per fruire dei quali è necessaria la volontà dell’utente, oltre alla disponibilità degli Enti“.
L’assessore ha poi sottolineato la gravità del dramma della solitudine e di altre piaghe che contagiano il genere umano: “Sono profondamente dispiaciuta per l’epilogo di una vita che sono certa tutti potevamo fare di più per riportare su un percorso diverso, e mi unisco al dolore della comunità Sikh e di quanti lo conoscevano. Mi dispiace che nei dibattiti sui social si affrontino con leggerezza drammi che nella quotidianità, in tanti casi, si preferisce ignorare passando avanti. La realtà, che oggi si rivela a noi in maniera così cruda, è che anche nella nostra città, come altrove, esistono persone che non riescono, per forti dipendenze da alcool o droghe, disabilità, psicosi ad immaginare un’alternativa, a scorgere una via d’uscita da un cammino che può condurre anche alla morte. Oggi siamo costernati, domani dovremo impegnarci tutti maggiormente per fare in modo che non accada più”.