Bolzano, Milano e Bologna risultano le province italiane più sostenibili. E’ quanto emerge dal Rapporto Italia Sostenibile 2021 elaborato da Cerved, mappa data-driven che misura la sostenibilità economica, sociale e ambientale del Paese. La provincia di Bolzano occupa la prima posizione grazie a punteggi molto elevati nella propensione all’investimento e all’innovazione, nella solidità finanziaria delle imprese, nelle dinamiche occupazionali, nella distribuzione della ricchezza, nell’assistenza alle famiglie, nella condizione degli anziani, nella tutela del territorio e nella gestione del rischio idrogeologico. Milano, al primo posto nella sostenibilità economica e al terzo in ambito sociale, vanta un sistema economico robusto e competitivo, con elevata propensione all’investimento e all’innovazione, alti livelli per trasformazione digitale, nella rete infrastrutturale, nel capitale umano e nella formazione. Bologna ha un sistema produttivo articolato e competitivo, buone infrastrutture, un mercato del lavoro dinamico e ottimi livelli di welfare, particolarmente nelle aree dei servizi alle famiglie e del capitale umano e formazione, con una buona capacità di contenimento della fragilità sociale. Il rapporto rileva una forte eterogeneità nel territorio, con 17 province eccellenti, caratterizzate da un livello di sostenibilità elevato ed equilibrato (cluster della solidità), 22 province che viceversa evidenziano forti debolezze nelle tre dimensioni (cluster della fragilità), 28 province che hanno una priorità di sostenibilità economica, 12 con criticità sugli aspetti sociali e 26 province che hanno problemi soprattutto sul profilo ambientale. La mappa conferma l’esistenza di un netto divario tra il Nord e il Sud del Paese, con una forte correlazione tra la dimensione economica e quella sociale e ambientale: le aree con un più robusto sistema produttivo delle regioni settentrionali riescono a garantire ai cittadini occupazione e redditi, con prestazioni di welfare migliori e maggiori investimenti nella tutela dell’ambiente e del territorio. Tra le province del Centro-Sud, Pescara risulta la più sostenibile (al 29esimo posto a livello nazionale), grazie all’ottima performance in ambito ambientale (16esimo) e a livelli oltre la media nazionale nella sostenibilità sociale (47esimo), nonostante risultati non brillanti in termini di sostenibilità economica (65°). A causa della pandemia, gli investimenti delle imprese potrebbero ridursi di 65 miliardi di euro con conseguenze sulla sostenibilità del nostro Paese, sottolinea il rapporto, in particolare per la capacità del sistema produttivo di contribuire alla doppia transizione, digitale e ambientale. Una crisi che potrebbe toccare soprattutto il Mezzogiorno, ampliando ulteriormente i divari relativi alla digitalizzazione, alla tutela del territorio, all’inquinamento. Combinando il livello di digitalizzazione con la riduzione degli investimenti delle imprese, è possibile individuare i territori in cui è necessario il maggiore supporto per avviare la transizione digitale: risultano critiche molte aree del Mezzogiorno come Messina, Agrigento, Caltanissetta, Trapani e Barletta. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, le situazioni più critiche si potrebbero manifestare a Messina, L’Aquila, Trapani, Taranto e Crotone sul fronte della gestione delle scorie e dei rifiuti. A Vibo Valentia, Reggio Calabria, Catanzaro e Isernia potrebbero mancare le risorse per investimenti per rendere il territorio più sostenibile dal punto di vista idrogeologico e sismico. Infine i divari nella riconversione energetica potrebbero ampliarsi in zone come Sassari, Agrigento, Trapani, Nuoro, Isernia e Campobasso. (fonte: Askanews)
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