Da oggi 15 marzo fino al 17 marzo si terranno le elezioni presidenziali in Russia, per quella che molti hanno definito una votazione farsa. L’esito sembra infatti scontato: Putin si avvia a ottenere il suo quinto mandato consecutivo.
I suoi cosiddetti avversari fanno parte dell’opposizione, che in realtà non hanno mai ostacolato le politiche di Putin e che non rappresentano certo un pericolo serio.
Il primo avversario è Nikolai Kharitonov, comunista 75enne, che si candidò nel 2004 ottenendo il 13,69% dei voti, il peggior risultato ottenuto da un candidato comunista. Kharnitov ha promesso di abbassare l’età pensionabile, aumentare il salario minimo, ridurre le tasse e nazionalizzare gli asset stranieri. Sostiene comunque la guerra contro l’Ucraina e ha aggiunto che solo la “schiacciante sconfitta dell’Ucraina” porrà fine al conflitto.
Il secondo candidato è il 56enne russo Leonid Slutsky, leader del Partito ultranazionalista Liberal Democratico, a lungo vicino a Vladimir Zhirinovsky, fondatore del partito deceduto nel 2022 durante la pandemia. “La causa di Lenin è viva” – questo è lo slogan che accompagna la campagna elettorale di Slutsky. Anche lui è un sostenitore della guerra in Ucraina e nel 2018 fu accusato di molestie sessuale, accuse alle quali rispose che era stato vittima di una provocazione e di un tentativo di trasformarlo nell’Harvey Weinstein russo.
Infine il terzo candidato è il 40enne Davankov, candidato di Gente Nuova, partito di centrodestra nato nel 2020. Imprenditore e deputato dal 2021, Davankov è il simbolo di una partito che sarebbe nato e cresciuto solo col permesso del Cremlino. Si definisce un difensore dei valori tradizionali ed è stato promotore di una legge che vieta il cambio di sesso. Due giorni prima della guerra ha appoggiato il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk.
Da Navalny a Orlov, fino alla misteriosa morte del vicepresidente della Lukoil, Putin sta facendo il vuoto tra i suoi oppositori. Il leader del Cremlino non dovrebbe avere problemi ad ottenere il suo quinto mandato e ha invitato i russi a votare per patriottismo. Intanto l’Ucraina e le milizie russe pro-Kiev stanno intensificando gli attacchi in territorio russo per creare un clima di paura durante le elezioni.
Intanto la Navalnaya, riprendendo una provocazione del marito Navalny morto in circostanze misteriose, ha invitato i russi ad andare al seggio elettorale tutti insieme, il 17 marzo alle 12:00, una forma di protesta contro il regime tirannico e dittatoriale di Putin. Tra le opzioni ha suggerito di votare chiunque che non sia Putin, annullare la scheda elettorale o scrivere Navalny a caratteri cubitali come forma di provazione, invitando a creare lunghe file fuori dai seggi.
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