Caso Claps, insulti e sputi ai fedeli nella prima messa nella chiesa dove è stata trovata Elisa: la dura nota dell’Arcidiocesi di Potenza

“Quegli atteggiamenti che si sono concretizzati anche in sputi all’indirizzo di chi ha preso parte alla funzione religiosa e non può tollerare altri comportamenti espressivi di odio, di violenza verbale e fisica e di derisione come quelli diretti all’indirizzo di quanti hanno partecipato alla S. Messa e anche del Vescovo e dei sacerdoti. Il tutto è accaduto senza un adeguato dispositivo di sicurezza a garanzia dei diritti costituzionali”.

Così l’Arcidiocesi di Potenza denuncia quel che è accaduto nella messa alla Chiesa della Santissima Trinità, dove Elisa Clapa, all’epoca 16enne, scomparve il 12 settembre 1993 dopo aver incontrato Danilo Restivo e e dove fu trovata cadavere 17 anni più tardi nel sottotetto.

Il presule, giunto in chiesa accompagnato da due sacerdoti, ha attraversato la folla in attesa: appena è entrato, la gente ha applaudito ironicamente e ha cominciato a scandire: “Vergogna, vergogna!”, e a ripetere il nome di Elisa.

La folla (vi era anche il fratello di Elisa, Gildo Claps) è cresciuta con il passare del tempo.

All’inizio della celebrazione, monsignor Ligorio ha detto che la riapertura della chiesa, il 24 agosto scorso, è avvenuta “su mandato che Papa Francesco mi ha dato incontrandomi di persona. Il Pontefice ha sottolineato che la chiesa deve essere un luogo di preghiera”. All’omelia, l’arcivescovo, citando i brani delle Scritture letti poco prima, ha ripetuto: “Io resto quieto e sereno come un bimbo svezzato nelle braccia della madre”, evidenziando la “libertà per chi segue Cristo come per chi non vuole seguirlo”.

Alla fine della messa, Ligorio e i sacerdoti sono usciti accompagnati da alcuni agenti della polizia.

La folla ha ripetuto applausi ironici e alcuni hanno gridato: “Vergogna! Assassini!”. A bocce ferme, dalla curia arcivescovile è trapelato “stupore, rammarico e sconcerto per l’annuncio di una manifestazione silenziosa che non è stata tale”, e che invece La libertà di “manifestazione del pensiero e quella di riunione – spiega la nota – non possono mai trasmodare in offese, ingiurie, atti di sopraffazione della volontà e delle libertà altrui. La funzione religiosa è stata, tra l’altro, ininterrottamente disturbata da urla, canti, musiche ad alto volume”.

Nessun commento, al momento, di Libera, che ha organizzato il presidio.

Redazione Nazionale

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