Pubblicato il 13 Luglio 2023
La sentenza di primo grado è stata pronunciata nel pomeriggio dalla Corte d’Assise del Tribunale di Pisa presieduta dal giudice Beatrice Dani.
Una condanna che arriva a distanza di 24 anni in cui i familiari hanno chiesto verità sul caso. Il verdetto sarebbe dovuto arrivare il 14 giugno scorso ma, a sorpresa, dopo più di sei ore di Camera di Consiglio, la Corte d’Assise aveva chiesto di sentire tre donne che, nel 1999, erano state inserite nella lista testi del pm che aveva condotto la prima inchiesta sulla morte del parà. Le dichiarazioni delle tre donne sono state ritenute necessaria perché proprio in quei giorni di 24 anni fa frequentavano e avevano rapporti con i caporali accusati dell’omicidio.
Imputati nel processo e ora condannati sono due ex caporali della Folgore, Alessandro Panella (difeso dall’avvocato Andrea Cariello) e Luigi Zabara (difeso dagli avvocati Andrea Di Giuliomaria e Maria Teresa Schettini) accusati di omicidio volontario aggravato da futili motivi. Per loro la Procura di Pisa, rappresentata da Alessandro Crini e Sisto Restuccia, aveva chiesto 24 e 21 anni.
Dopo anni di risposte mancate, il caso era stato riaperto nel 2018 dalla Procura di Pisa dopo che già la commissione parlamentare d’inchiesta aveva concluso che Scieri non si era suicidato.
Le accuse sono pesanti e imputano a Zabara e Panella, assieme ad Andrea Antico (assolto nel novembre 2021 con rito abbreviato), di aver obbligato nella sera del 13 agosto 1999 il parà a salire sulla torre di asciugatura dei paracadute, dopo averlo picchiato e fatto spogliare. Il giovane sarebbe poi precipitato cercando di fuggire mentre qualcuno dei commilitoni faceva pressione con gli scarponi sulle nocche delle sue dita. Secondo l’accusa la morte di Scieri si sarebbe potuta evitare se i caporali, subito dopo la sua caduta, non fossero fuggiti.
Da qui la contestazione di omicidio volontario. Secondo la Procura di Pisa, nella caserma Gamerra c’era un clima di nonnismo di cui erano a conoscenza anche i vertici accusati di aver coperto il fatto.
Imputati per favoreggiamento erano l’ex maggiore Salvatore Romondia e l’ex generale Enrico Celentano, entrambi assolti assieme ad Antico con rito abbreviato.
Contro questa sentenza di assoluzione la procura di Pisa ha già fatto appello: la trattazione sarà in forma orale e si terrà l’11 ottobre.