Il Dipartimento regionale dell’Energia emana bandi e stila graduatorie definitive, quello alla Programmazione rimodula i fondi lasciando le imprese beneficiarie con un pugno di mosche in mano dopo aver avviato gli investimenti. È quanto succede in una Sicilia che neanche con la crisi economica causata dalla pandemia da Covid riesce a riorganizzare una amministrazione obsoleta e bizantina dove gli assessorati agiscono troppo spesso senza alcuna interlocuzione. Il casus belli è dato dalla misura 4.2.1 del Po Fesr Sicilia, ossia quella relativa all’efficientamento energetico, che vede una rimodulazione dei fondi decisa senza tenere conto delle graduatorie già stilate e rese pubbliche.
A lanciare il grido d’allarme sono Sicindustria, Confindustria Catania e Confindustria Siracusa che tornano a chiedere all’amministrazione regionale risposte chiare, tempi certi, interlocutori capaci.
I fatti: imprese nel limbo. A seguito dei decreti che hanno definito le graduatorie di assegnazione delle risorse previste dalla misura 4.2.1 – rilevano le organizzazioni degli industriali – il quadro appare quanto mai incerto. Infatti, a fronte di alcune imprese che hanno ricevuto il decreto concessorio con regolare notifica, altre, sempre in posizione utile, hanno ricevuto a tutt’oggi solo la documentazione interlocutoria propedeutica alla notifica formale. Oltre una ventina, invece, nonostante sia stata decretata la loro ammissibilità e finanziabilità, non possono accedere ai benefici a causa di un “difetto di notifica”.
Una rimodulazione iniqua. Secondo quanto risulta alle organizzazioni degli industriali, la disponibilità complessiva della misura sarebbe stata decurtata di circa 5 milioni di euro, privando così le aziende che, ritenendosi legittime beneficiarie dei contributi e fidandosi delle capacità amministrative della Regione siciliana, hanno avviato piani di investimento anche molto ingenti. Fiducia evidentemente mal riposta dal momento che si stanno trovando di fronte a una rimodulazione dei fondi, operata peraltro in contrasto con la legge di stabilità regionale 9/2020 che, all’art.5 (comma 2), consente la riprogrammazione dei fondi extraregionali nell’ambito dell’emergenza Covid solo per le risorse “libere da obbligazioni giuridicamente vincolanti o prive di graduatorie di assegnazione”. Ancora più grave, poi, è la situazione di alcune imprese che, pur essendo in graduatoria all’interno della fascia dei “finanziabili”, attendono ancora la notifica del decreto di assegnazione e non sono in possesso di alcuna comunicazione ufficiale della Regione.
Superare i conflitti interni e dare corso agli atti dovuti. A fronte di questi inaccettabili ritardi che creano incertezza e confusione, le organizzazioni degli industriali lanciano un appello alle forze politiche e all’intera classe dirigente della Regione affinché si risolvano conflitti interni e difficoltà operative, dando immediato corso al completamento degli atti amministrativi necessari a far giungere le risorse alle imprese che, in assenza di quanto previsto, si trovano in oggettiva difficoltà finanziaria con tutto ciò che ne consegue in termini di investimenti e quindi di crescita e occupazione.
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