Pubblicato il 19 Maggio 2022
Molte più ombre che luci nel piano energetico proposto dalla commissione europea per uscire dalla dipendenza dal gas importato dalla Russia. E’ quanto afferma l’europarlamentare di FDI- ECR, Nicola Procaccini, responsabile del dipartimento Ambiente ed Energia del partito, commentando il RepowerEU presentato oggi a Bruxelles.
“È positivo che la Commissione apra alla modifica del PNRR, alla possibilità di poter attingere a tali fondi per aumentare la produzione energetica nazionale. Non c’è più nessuna scusa per il governo italiano, deve subito adeguare il PNRR per provvedere all’approvvigionamento energetico in virtù della crisi geopolitica in cui è piombata l’Europa – afferma Procaccini -È giusto prevedere l’acquisto congiunto di gas da parte dei 27 Stati della UE in modo da evitare che la concorrenza tra gli stessi Stati produca l’innalzamento ulteriore dei prezzi e per potersi inoltre disintossicare dall’acquisto di gas russo. E’ invece un tragico errore non considerare il Price cup, il tetto unico al prezzo del gas lasciando come unica opzione un tetto nazionale che serve a poco o nulla. Purtroppo la Commissione ha dimostrato di piegare ancora una volta gli interessi dell’Europa a quelli tedeschi e delle nazioni che ne costituiscono il corollario, come l’Olanda. Strano che Enrico Letta, sempre molto solerte nel criticare Victor Orban rispetto all’embargo del petrolio russo, sia in perfetto silenzio rispetto al governo italiano e al comportamento del governo socialista tedesco.
Infine, se può essere condivisibile sul piano generale un aumento della installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici europei, viene da chiedersi come la commissione della Von der Leyen non si accorga della pericolosità di legarsi alla nazione che produce pannelli fotovoltaici e che detiene il quasi monopolio delle materie prime necessarie per realizzarli. Mi riferisco ovviamente alla Cina, che in quanto a illiberalità, mancato rispetto dei diritti civili e sprezzo per la pace non ha molto da invidiare alla Russia”, conclude Procaccini.