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Ex Ilva, corruzione in atti giudiziari: domiciliari per l’ex commissario Laghi

Pubblicato il 27 Settembre 2021

È stato commissario di Ilva dal 2015 al 2019 ed ha gestito il passaggio dell’azienda dall’amministrazione straordinaria ad ArcelorMittal a seguito di una gara – è stato effettuato anche un sequestro preventivo di 270mila euro

Corruzione in atti giudiziari. Con quest’accusa, nella mattinata del 27 settembre, Enrico Laghi, ex commissario straordinario dell’Ilva, è stato arrestato e messo ai domiciliari dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza su disposizione del gip di Potenza. A Laghi – che è stato commissario di Ilva dal 2015 al 2019 ed ha gestito il passaggio dell’azienda dall’amministrazione straordinaria ad ArcelorMittal a seguito di una gara – è stato effettuato anche un sequestro preventivo di 270mila euro.

L’arresto di Laghi è uno sviluppo dell’indagine che lo scorso 8 giugno aveva portato a misure cautelari nei confronti dell’avvocato siciliano Pietro Amara (carcere), dell’avvocato di Trani, Giacomo Ragno (arresti domiciliari), del poliziotto Filippo Paradiso (carcere), e dell’ex consulente di Ilva in amministrazione straordinaria, Nicola Nicoletti (domiciliari). In quell’occasione era scattato l’obbligo di dimora anche per Carlo Maria Capristo, già procuratore della Repubblica di Taranto, e ora in pensione.

Amara – protagonista anche delle rivelazioni sulla loggia Ungheria e sulle carriere nella Magistratura – è stato consulente legale di Ilva quando l’azienda era in amministrazione straordinaria, gestita dai commissari nominati dal Mise, e, in tale veste, avrebbe avuto rapporti con Capristo. L’inchiesta esplosa a giugno ha riguardato un presunto scambio di favori nell’ambito di procedimenti per l’ex Ilva e anche un patteggiamento chiesto dall’azienda dell’acciaio quando era in mano ai commissari. Corruzione in atti giudiziari, concussione, favoreggiamento, abuso di ufficio, sono stati reati allora contestati.

Il ruolo di Laghi confermato dall’indagine

In questo sviluppo dell’inchiesta di Potenza, Laghi è coinvolto con le persone sottoposte a giugno a provvedimenti dell’autorità giudiziaria. La Procura di Potenza afferma al riguardo che i “nuovi approfondimenti investigativi, che si fondano su plurime e convergenti dichiarazioni accusatorie supportate da elementi investigativi di riscontro, hanno fatto emergere un quadro indiziario grave da cui è emerso il ruolo svolto dall’indagato Enrico Laghi nella contestata fattispecie di corruzione in atti giudiziari”.

L’ex procuratore di Taranto ha assecondato Ilva

Capristo, spiega la Procura, da capo della Procura di Taranto, incarico per il quale – secondo l’accusa – era stato sponsorizzato, “al fine di accreditare Amara e Nicoletti presso Ilva in AS ed al fine di agevolare la loro ascesa professionale, nonché al fine di agevolare Ilva in AS ed il suo commissario straordinario Enrico Laghi, mostrava, apertamente, di essere sia amico che estimatore di Amara e Nicoletti e si rendeva promotore di un approccio dell’ufficio certamente più aperto, dialogante e favorevole alle esigenze dell’llva AS e, quindi, della politica aziendale, giudiziaria ed economica praticata e voluta da Enrico Laghi”.

Questo, per la Procura di Potenza, “rafforzava il prestigio professionale e la capacità di Enrico Laghi di essere considerato negli ambienti governativi ed economici, manager capace di risolvere le situazioni più complesse”. Nello stesso tempo, spiega ancora la Procura, lrafforzava nell’Amministrazione Straordinaria di Ilva – e, in particolare, in Laghi – il convincimento che Amara e Nicoletti, nelle loro vesti di legale il primo e consulente “factotutm” della Amministrazione Straordinaria il secondo, potessero più agevolmente di altri professionisti interloquire con la Procura di Taranto, consentendo a Nicoletti di consolidare il suo rapporto fiduciario con i commissari di Ilva in AS ed ampliare in futuro il loro ruolo all’interno di tale azienda”.

Secondo la Procura, “Capristo, a fronte della garanzia di una gestione dei numerosi procedimenti ed indagini in cui era coinvolta Ilva in AS (sia come persona giuridica che in persona dei suoi dirigenti) complessivamente favorevole a tale azienda ed ai suoi dirigenti, otteneva in cambio, da Laghi e Nicoletti favori materiali”.

Enrico Laghi, ex commissario Ilva
Enrico Laghi, ex commissario Ilva

Nel patto incarichi legali per gli amici dell’ex procuratore

In sostanza, argomenta la Procura, “lucrosi incarichi” ad amici dello stesso ex procuratore di Taranto da parte di Ilva in amministrazione straordinaria e in particolare nei confronti dell’avvocato pugliese Ragno. Secondo le accuse della Procura lucana, il patto corruttivo ha anche riguardato sia le indagini successive alla morte dell’operaio Giacomo Campo nel siderurgico, avvenuta nel 2016, sia la richiesta di patteggiamento presentata da Ilva nell’iter del processo “Ambiente Svenduto”, richiesta assecondata da Capristo, ma poi respinta dall’organo giudiziario competente.

Infine, la Procura di Potenza sostiene che la posizione “dialogante” di Capristo con Nicoletti e Laghi, l’accreditamento di Amara “presso la struttura commissariale come elemento indispensabile per la gestione dei rapporti e l’autorità giudiziaria tarantina), nonché “la sua benevola predisposizione ad assecondare e considerare le esigenze della struttura commissariale di Ilva in AS”, hanno determinato un complessivo riposizionamento del suo ufficio – rispetto alle pregresse, più rigorose, strategie processuali ed investigative, manifestate dalla Procura della Repubblica diretta dal suo predecessore”.