Pubblicato il 17 Marzo 2022
In mattinata i carabinieri di Casoria e di Casavatore hanno arrestato 13 persone, tre delle quali destinatarie della custodia cautelare in carcere perché gravemente accusate dei reati di rapina aggravata, lesioni personali gravi, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo in luogo pubblico.
Gli altri 10 indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di favoreggiamento personale ed indebito uso di dispositivi finalizzati alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.
Le 4 rapine tra Casavatore, Secondigliano e Giugliano
Le indagini condotte dalla Procura di Napoli Nord, sulla base delle denunce presentate dalle vittime, hanno consentito di individuare le persone fermate come responsabili di 4 rapine:
- due rapine consumate a Casavatore e Secondigliano a danno di due motociclisti, sotto la minaccia di una pistola, ai quali venivano sottratti gli scooter;
- una tentata rapina commessa a Giugliano a danno di un conducente di un’autovettura che riportava gravi lesioni dopo l’esplosione di un colpo di pistola al gluteo;
- una tentata rapina commessa a Casavatore a danno di un conducente di uno scooter, che riportava lesioni gravi dopo l’esplosione di un colpo di pistola alla gamba.
Il motociclo, usato per la prima rapina a Casavatore, era stato fornito ai rapinatori da un altro soggetto, accusato di favoreggiamento, in quanto aveva reso false dichiarazioni alla polizia giudiziaria.
Le investigazioni sono state condotte con l’ausilio delle immagini di videosorveglianza, acquisite per ognuno dei fatti criminali, ed anche con ispezioni, perquisizioni locali e personali, sequestri probatori, indagini balistiche su bossoli rinvenuti sulla scena del delitto, accertamenti informatici su un telefono cellulare usato da uno degli indagati, localizzazioni con celle di telefonia mobile, tabulati ed intercettazioni telefoniche.
Tutti questi elementi hanno consentito di identificare 9 detenuti, di cui 8 rinchiusi presso il carcere Poggioreale di Napoli ed uno presso la Casa di reclusione di massima sicurezza di Carinola (Caserta), che faceva uso dei telefoni cellulari per comunicare all’esterno del carcere con parenti, familiari e conoscenti.