Pubblicato il 2 Novembre 2021
Il giudice non ha convalidato il fermo emesso dagli inquirenti: ha ritenuto sussistente la reiterazione del reato e, invece, non sussistente il pericolo di fuga di Palumbo, accusato di duplice omicidio volontario. Ha sparato, uccidendo, perché – ha detto fin dal primo momento – ha scambiato i due giovani per ladri
Vincenzo Palumbo, l’autotrasportatore di 53 anni accusato di aver ucciso a colpi di pistola a Ercolano i due giovani, Giuseppe Fusella, di 26 e Tullio Pagliaro, di 27 dovrà stare in carcere.
Lo ha deciso il gip di Napoli, Carla Sarno, che ha disposto la misura cautelare al termine dell’udienza di convalida.
Il giudice non ha convalidato il fermo emesso dagli inquirenti: ha ritenuto sussistente la reiterazione del reato e, invece, non sussistente il pericolo di fuga di Palumbo, accusato di duplice omicidio volontario. Ha sparato, uccidendo, perché – ha detto fin dal primo momento – ha scambiato i due giovani per ladri. L’uomo è stato ascoltato in carcere a Poggioreale per circa due ore dal giudice, alla presenza dell’avvocato dell’indagato Fioravanti De Rosa e degli inquirenti (sostituto procuratore Varone, procuratore aggiunto Filippelli).
Ha riferito di avere sparato più volte ma nel buio. “Non vi era nessuna volontà da parte del mio assistito di determinare questa tragedia. Adesso valuteremo il da farsi anche perché dobbiamo acquisire degli atti e poi faremo ricorso al Tribunale del Riesame”, ha annunciato l’avvocato De Rosa. “A tutti vorrei ricordare – ha detto ancora il legale – che anche Vincenzo Palumbo è un padre e ha una famiglia: quando si è reso conto che le vittime erano bravi ragazzi, è stato colto da una grave crisi interiore e oggi se ne sono resi conto anche il giudice e i pm”.
“Il mio assistito sostanzialmente – ha concluso De Rosa – ha confermato le dichiarazioni rese dinanzi agli inquirenti nella prima fase nella caserma dei Carabinieri di Torre del Greco”.
I familiari dei due ragazzi, attraverso il loro legale, Maurizio Capozzo, nell’esprimere “gratitudine e rispetto” agli inquirenti per il “grande lavoro svolto” sottolineano che i giovani sono stati vittime di un crimine, di una ferocia inaudita che non ha spiegazioni e che non merita commenti”. I magistrati “hanno manifestato grande umanità e rispetto verso il nostro dolore. Ci affidiamo completamente a loro per fare luce su questa tragedia che ci ha distrutto la vita”. La certezza è che sulla vicenda “sarà fatta giustizia”.
Assistiti dal loro legale di fiducia, l’ avvocato Capozzo, anche i familiari di Tullio Pagliaro (la madre, il padre, la sorella insieme con lo zio) sono stati lungamente ascoltati dai carabinieri. A Portici, città natale dei due giovani, è stato affisso dagli ultras della squadra di calcio uno striscione con la scritta ‘Giustizia e solidarietà per due figli di questa città’. Il sindaco, Vincenzo Cuomo, ha deposto fiori davanti allo striscione. Domani, intanto, ci sarà la nomina dei periti per l’esame autoptico in programma dalle 16 del 3 novembre prossimo, nell’ospedale Secondo Policlinico di Napoli. Poi le salme dei due giovani potranno ricevere l’ultimo saluto della comunità di Portici.