Dalle città

“Ho assunto un ergastolano. E’ quel che sentivo. La storia dirà se ho fatto bene o no”

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“Ci siamo incontrati una volta, abbiamo fatto una chiacchierata, del suo passato poco so e poco mi interessa. Ho solo avvertito del suo arrivo gli altri dipendenti e mio cugino che non sapeva ancora niente. La storia dirà poi se ho fatto bene o no”, così Egidio Fiandino. E’ il titolare di un’azienda agricola piemontese che ha assunto un condannato all’ergastolo.

“Ho assunto un ergastolano ma non sono matto come qualcuno mi ha detto. Anzi, posso dire di aver fatto una cosa che sentivo di dover fare e che mi fa stare meglio”, ha detto, all’Agi, Fiandino, che con il cugino gestisce l’azienda di Villafalletto, in provincia di Cuneo, risalente al ‘700 e fiore all’occhiello della produzione di burro con latte vaccino e formaggi a caglio vegetale, rarità nel panorama caseario del nostro Paese.

La svolta per il detenuto siciliano incarcerato giovane e diventato uomo in cella è dovuta alla volontà di cambiamento manifestata in galera, alla tenacia del suo avvocato e a “Seconda Chance”, l’Associazione non profit del Terzo Settore creata nel 2022 dalla giornalista del Tg de La7 Flavia Filippi, che procura lavoro a chi è nella condizione giuridica adeguata, potendo vantare anche un ottimo comportamento intramurario (che sia riconosciuto dalla direzione carceraria e dal magistrato di sorveglianza).

Il progetto vede il coinvolgimento di aziende e imprese che, grazie alla legge Smuraglia del 2000, possono in alcuni casi usufruire di sgravi fiscali e contributivi.

“Mi creda, le agevolazioni previste per chi assume personale in questo ambito rappresentano per me un aspetto secondario. A quelle, eventualmente, pensa il mio consulente al quale ho detto di fare tutto secondo regola e nel rispetto della normativa vigente. La verità è che ci stiamo avvicinando al Natale, il lavoro da fare è anche troppo, e io avevo bisogno di qualcuno che potesse darmi una mano in azienda”, racconta Fiandino.

“Mi è capitata l’opportunità di scegliere questo ragazzo e non ci ho pensato neppure un secondo. Ci siamo incontrati una volta, abbiamo fatto una chiacchierata, del suo passato poco so e poco mi interessa. Ho solo avvertito del suo arrivo gli altri dipendenti e mio cugino che non sapeva ancora niente”, rivela.

“Sta in un reparto ‘tranquillo’ assieme a quattro ragazze, nel senso che fa un lavoro che non richiede troppe responsabilità né troppi rischi per lui: si occupa della scaffalatura dei formaggi, della loro pulizia e del confezionamento. Ho visto che si sta comportando bene, che socializza, fa gruppo, è rispettoso con tutti, si rende utile, ogni giorno prende sempre più confidenza con la mansione che gli è stata assegnata. Chissà, magari diventerà ancora più bravo. Starà con me almeno cinque mesi, poi si vedrà”, continua.

“E’ una esperienza nuova anche per me, ma non vedo perché non avrei dovuto dare un’opportunità professionale a qualcuno che in gioventù avrà anche commesso degli errori. Ma chi è che non sbaglia? Ho fatto bene ad assecondare la richiesta del mio amico Paolo De Chiesa, non smetterò mai di ringraziarlo. E spero davvero che altri imprenditori della mia regione, e non solo, seguano la mia stessa strada”, conclude.

Paolo De Chiesa non è uno qualunque. Nato e cresciuto a Saluzzo, dove tuttora vive ed è un’istituzione, tra gli anni Settanta e Ottanta era un campione dello slalom speciale, il più giovane della Valanga Azzurra e il più forte slalomista italiano di quella compagine dopo Gustavo Thöeni e Piero Gros.

De Chiesa è poi passato al giornalismo diventando un apprezzato commentatore per Telemontecarlo e la Rai. A Telemontecarlo oltre 30 anni fa il suo destino professionale si incrocia con quello di Flavia Filippi (proprio la fondatrice di “Seconda Chance”) che agli inizi della carriera si occupava di giornalismo sportivo.

“Per me non è un delinquente – afferma De Chiesa – non farebbe male a una mosca, gli puoi tranquillamente affidare il tuo portafoglio. E così, alla fine di quell’incontro in carcere, ho cominciato a ragionare su come avrei potuto dare una mano. Ho pensato a Fattorie Fiandino e a Egidio. Gli ho presentato Giovanni e si sono piaciuti. Adesso Giovanni inforca ogni mattina la mia bici elettrica e va a lavorare dal mio amico. Quando posso vado a trovarli e vedo che le cose vanno bene a entrambi. Sono davvero contento. E ringrazio Flavia di avermi coinvolto in questa bella storia”.

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Redazione Nazionale

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