Addio al vetriolo tra Inzaghi e Cellino dopo l’esonero al Brescia. Un addio che ha già creato strascichi polemichi, non solo tra i tifosi (la maggior parte dei quali parla di “scelta folle”), ma anche tra il mister e il suo ex Presidente.
Questo, in sintesi, il pensiero di Inzaghi che ha tenuto a scrivere una lettera d’addio al Brescia. Il mister è tornato a parlare di qella clausola che avrebbe dovuto evitare l’esonero se la squadra fosse stata nelle prime 8 in classifica. “Mi era stato chiesto un consolidamento della squadra in Serie B, con un sogno play off, dal quale era nato l’impegno della società a non esonerarmi qualora la squadra fosse rimasta tra le prime otto, ad evidenziare che, se si fosse raggiunto quell’obiettivo, nulla avrebbe potuto togliermi il posto. (…) Seppur privilegiati, anche noi sportivi siamo dei lavoratori, soggetti ad obblighi, doveri e diritti; sottoscriviamo contratti di lavoro come chiunque nel mondo del lavoro, che prevedono i diritti e, soprattutto, i doveri. Trovo assurdo che uno Stato come l’Italia, che per l’appunto è una ‘Repubblica basata sul lavoro’, le alte cariche dello sport non assumano responsabilità per tutelare gli impegni contrattuali, scaricandole da una persona all’altra, ma sono sicuro che la ruota giri sempre per tutti e dopo la tempesta venga sempre la quiete“.
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