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Claudio Fava (dalla sua pagina Facebook).

Esposto di Claudio Fava contro l’ex senatrice Maraventano per le dichiarazioni sulla mafia

Pubblicato il 6 Ottobre 2020

A divulgare la notizia è la pagina Facebook della Fondazione “Giuseppe Fava”:  «Il presidente della Commissione Antimafia Sicilia, Claudio Fava, ha presentato esposto/denuncia presso la procura di Catania contro la ex senatrice Angela Maraventano, in merito alle dichiarazioni rilasciate sul palco a Catania con le quali inneggiava alla mafia. “Maraventano ha pubblicamente e sostanzialmente riconosciuto una ‘funzione sociale’ alla ‘nostra mafia’, sussidiaria all’azione istituzionale, auspicandone – non senza nostalgia – un intervento a contenimento del fenomeno dell’immigrazione”, si legge nell’esposto di Fava. “È gravissimo riconoscere, esplicitamente, all’organizzazione mafiosa qualità di ‘sensibilità’ e ‘coraggio’, sollecitando una sorta di negazionismo storico rispetto a ciò che – nei fatti – Cosa nostra è stata ed è. È inaudito affermare che la mafia “non esiste più perché noi la stiamo completamente eliminando”, quasi a voler muovere a un sentimento nostalgico per la funzione di difesa del ‘nostro territorio’ che Cosa nostra avrebbe garantito. Alla Procura di Catania chiediamo di verificare se siano ravvisabili nella condotta dell’ex senatrice gli estremi di cui al comma 3 dell’art. 414 del codice penale. Dal governo regionale, invece, ci aspettiamo che ci faccia pervenire almeno un fiato di dissenso”», si legge su Fb.

Nel frattempo, dopo le presa di distanza del commissario regionale del Carroccio in Sicilia, Stefano Candiani, Maraventano si è dimessa dalla Lega, affermando che continuerà la sua lotta contro “le mafie dei tunisini e dei nordafricani”.

L’intervento di ieri di Claudio Fava

«Ma se un’ex senatrice della Lega, tale Angela Maraventano da Lampedusa, dice in un pubblico comizio e in presenza di Salvini che “la mafia non ha più la sensibilità e il coraggio che aveva”, con chi ce la prendiamo? Con Salvini che ascolta e non fa una piega? Se nel 2020 a Catania è possibile che qualcuno dica impunemente da un palco che la mafia aveva sensibilità e coraggio, e viene a dirlo in una terra in cui quei macellai ne hanno passati per le armi un migliaio, che paese è ormai questo? Che diavolo c’entrano la politica, la destra e la sinistra, il gusto della polemica con la bestemmia gratuita?
Allora meglio i mafiosi, che almeno rischiano l’ergastolo. E quelli che adesso la difenderanno per partigianeria politica, quelli che faranno finta di nulla e si volteranno dall’altra parte, mi fanno pena. Talmente servi delle convenienze politiche da non avere nemmeno la libertà di provare ribrezzo», sostiene Claudio Fava (immagine in evidenza tratta dalla sua pagina Fb), N.d.R.), presidente della Commissione regionale antimafia in Sicilia, giornalista, sceneggiatore e scrittore, figlio del giornalista e scrittore Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia a Catania.