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Francesco Facchinetti rivela: “Sono cresciuto solo”

Pubblicato il 26 Aprile 2022

“Mio padre ha donato alla musica tutta la sua vita. Era sempre in tour, anche quando i miei stavano insieme lui non c’era molto, ho imparato ad amarlo crescendo”.

Così Francesco Facchinetti. Si è raccontato in una lunga e vissuta intervistaa Oggi è un altro giorno, il programma condotto da Serena Bertone.

Facchinetti ha analizzato il suo rapporto con i genitori e l’essere cresciuto spesso senza di loro: “Mia madre dirigeva una comunità di Fratel Ettore, e quindi a un certo punto ha iniziato anche a dormire là. Io stavo con i miei nonni, o con i miei zii, e qualche volta dormivo anche io in comunità”.

Il conduttore ha descritto i suoi lati oscuri e solitari, i dolori e le sconfitte, ma ha anche parlato dell’amore per la moglie e i figli, che hanno cambiato le sue priorità.

Come ogni figlio d’arte, Francesco Facchinetti ha avuto il suo rapporto altalenante con il padre, Roby Facchinetti dei Pooh: Oggi c’è un rapporto diverso, sono molto protettivo, arrivi ad una certa età che i figli si occupano dei genitori”.

Il conduttore poi, spinto da Serena Bortone, ha raccontato come ha affrontato da solo, senza l’aiuto dei suoi genitori, anche il momento più buio della sua vita, la morte del suo migliore amico: “Ho capito che avrei fatto questo lavoro a tredici anni, al mio primo concerto (di Jovanotti) da solo, con il mio migliore amico. Quello è stato uno dei giorni più belli della mia vita, ma lui è morto tre mesi dopo per una malattia. Non ho mai superato quel lutto. L’ho vissuto da solo, non ho chiesto aiuto a nessuno, neanche ai miei genitori”.

Francesco parla di lati oscuri e solitari del suo carattere, molto più prominenti di quelli solari e colorati che ha sempre cercato di trasmettere all’esterno.

Il legame di Facchinetti con i suoi genitori, e soprattutto con i suoi fratelli è sempre stato molto forte: “Farei qualsiasi cosa per loro”.

Ripercorrendo la sua carriera, Francesco Facchinetti non nasconde di aver vissuto come una sconfitta la fine della sua carriera musicale: “Non faceva per me, l’ho capito verso i 27 anni, vedendo come lavorava mio padre, e parlando con Cesare Cremonini, che viveva l’esigenza di scrivere e di fare musica. Certo, è stata una sconfitta, ma ho capito che non c’è nulla di male ad essere dei perdenti, mi ha insegnato a crescere”.

Poi il giudice de Il Cantante Mascherato ha raccontato come sua moglie, Wilma Facchinetti, sia diventata la sua priorità insieme ai suoi figli: “Non sono più al primo posto nella scala delle mie priorità. Se non avessi costruito una famiglia sarei dall’altra parte del mondo a fare chissà cosa”.