Pubblicato il 13 Giugno 2020
«Al Senato potremo ancora migliorare il Family act inserendo delle modifiche volte a rendere ancor più a misura di famiglia questa riforma». E’ quanto afferma la senatrice del M5S Tiziana Drago, in merito al Family act approvato dal Consiglio dei ministri.
«In particolare – aggiunge – come già suggerito in un disegno di legge a mia prima firma, depositato nel gennaio 2020, dopo un tortuoso travaglio, rinnoverò il mio impegno affinché il governo emani una riforma del sistema di calcolo dell’ISEE, in cui considerare il reddito netto, effettivamente a disposizione delle famiglie, in luogo di quello lordo. Si tratta di una battaglia di equità per rimodulare i parametri di calcolo del patrimonio familiare e la scala di equivalenza a favore di alcune categorie di soggetti come famiglie con più figli, con figli in tenera età, con anziani, nuclei monogenitoriali, diversamente abili, inoltre, suggerirò di introdurre per le famiglie a basso reddito una soglia di esenzione totale (no-tax area) determinata in base a caratteri quali-quantitativi del nucleo stesso”.
“Al Senato proporrò inoltre delle modifiche anche per il mondo della scuola come il ricongiungimento dei docenti di ruolo con il proprio nucleo familiare, nella Regione di provenienza, per motivi intuibili; l’introduzione della figura del vicario, “middle manager”, come figura professionalmente riconosciuta (scorporando, così, il ruolo di insegnante, favorendo, quindi, la qualità dell’offerta formativa); l’estensione dell’orario scolastico (quindi con la costruzione di mense scolastiche al centro-sud) e il miglioramento della didattica”.
La senatrice proporrà, inoltre il riordino dei cicli scolastici, riducendo di un anno il completamento del ciclo di studi obbligatorio.
“Infine, in campo sanitario, si potrebbe prevedere l’esenzione totale dai costi di compartecipazione per l’accesso alle prestazioni sanitarie rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le famiglie da tre figli in su, questo per cominciare il cammino verso una riforma strutturale che possa fronteggiare l’ormai cronico inverno demografico”.