Cronaca

Femminicidio di Fonte Nuova, le parole choc del marito: “L’ammazzo, ma non le do la separazione”

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Si stanno ricostruendo le circostanze che hanno causato l’ennesimo femminicidio a Fonte Nuova, comune in provincia di Roma, dove il 73enne Domenico Ossoli ha sparato alla moglie Annarita Morelli, dalla quale si stava separando.

A marzo c’era stata la prima udienza di separazione, in seguito alla quale il giudice aveva stabilito che Ossoli doveva versare 300 euro al mese all’ex compagna. Lui non aveva alcuna intenzione di versare quella cifra alla donna e avrebbe cercato di convincerla a tornare insieme, ma invano. Da quanto emerso sembra che la moglie fosse stufa delle continue scappatelle dell’uomo.

Sono stati ascoltati i tre figli della coppia, che avrebbero confermato le minacce del padre: “L’ammazzo piuttosto che darle la separazione”, ma non ci sarebbe alcuna denuncia nei confronti dell’uomo, fermato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

Il controllo ossessivo del marito

Da quanto emerso Ossoli circolava con una pistola Beretta calibro 7,65, con la quale era solito cacciare, ed era partito dall’Umbria, dove abitava, con l’intento di raggiungere la moglie a Fonte Nuova, dove la coppia aveva vissuto insieme per circa 40 anni.

Ossoli sapeva già dove trovare la moglie, poiché la controllava da tempo e secondo le indagini avrebbe addirittura messo un gps sulla sua auto per seguire tutti i suoi spostamenti. Sapeva quindi che quella mattina la donna si era recata in un centro veterinario per la ricetta di un antiparassitario per un gatto di una felina colonia che lei gestiva con tanto amore, essendo una grande amante degli animali, in particolare dei felini.

Il femminicidio

E così, quando il marito ha visto la moglie seduta nella sua Panda rossa, ha esploso un colpo di pistola contro di lei centrandola al torace. Alcuni testimoni hanno confermato di aver udito un rumore simile ad uno sparo e, dopo pochi secondi, Ossoli sotto choc è entrato in una tabaccheria confessando di aver ucciso la moglie. Il titolare dell’attività, avendo constatato che nella Panda c’era effettivamente una donna esanime, ha immediatamente chiamato i soccorsi, ma per la donna ormai non c’era più niente da fare.

Oltre all’ambulanza sul posto sono sopraggiunti anche i carabinieri di Mentana e della compagnia di Monterotondo, ai quali il 73enne ha confessato il delitto. Nella sua confessione al magistrato della Procura della Repubblica di Tivoli, come riportato da Fanpage, avrebbe dichiarato che il suo intento era solo quello di ferire la moglie alle gambe, non di ucciderla.

Secondo la Procura Ossoli esercitava un “controllo ossessivo sulla moglie” e per questo motivo era “ossessionato all’idea di doverle dare il mantenimento”.

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Redazione Nazionale

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