La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha coordinato le attività svolte dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Catania che hanno posto in stato di fermo di indiziato di delitto Vladimir Iarmak, 61enne nato in Russia, e Yevhen Paryhin, 22enne nato in Ucraina, in quanto gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il provvedimento restrittivo in parola é scaturito dalle attività investigative eseguite in occasione dell’arrivo, intorno alle ore 2,30 dello scorso 14 ottobre 2021, nel litorale ionico all’altezza di Acitrezza (CT), di 84 migranti di varie nazionalità, che si trovavano a bordo di un veliero incagliatosi nelle rocce. A seguito della segnalazione della Guardia Costiera di uno sbarco autonomo di migranti che si stavano allontanando nelle vie limitrofe, é intervenuto il personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, per provvedere alle consuete attività di identificazione, foto-segnalamento e alle prime incombenze di carattere sanitario.
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Nel citato contesto il personale della Squadra Mobile, a seguito di una nota diramata dalla Sala Operativa della Questura etnea, grazie a quanto segnalato dagli operatori di Frontex presenti sul posto nell’ambito delle attività di accoglienza dei migranti, ha intercettato a bordo di un autobus turistico in transito per le vie centrali di Catania due soggetti russofoni, trovati con zaini contenenti, tra l’altro, cellulari, un satellitare, indumenti bagnati e denaro in contante. Sulla scorta degli elementi acquisiti sono stati escussi alcuni testimoni dell’evento migratorio, dalle cui dichiarazioni é emerso che i soggetti rintracciati, identificati per Vladimir Iarmak, nato in Russia il 12.11.1960, e Yevhen Paryhin, nato in Ucraina il 28.2.1999, erano i componenti di un’organizzazione più ampia; gli stessi avevano condotto il veliero dalla Turchia (segnatamente da Bodrum) sino alle coste sicule.
Dalle dichiarazioni rese dai migranti e dal materiale posto sotto sequestro e che dovrà essere dettagliatamente analizzato appare ragionevole ritenere che il citato veliero, partito dalla Turchia qualche giorno prima, per ragioni allo stato non conosciute si sia incagliato. Inoltre, è emerso che i trafficanti, approfittando delle situazioni di estrema vulnerabilità dei migranti – per lo più afgani, iracheni e siriani – hanno aumentato i prezzi del viaggio clandestino, chiedendo come corrispettivo addirittura 10mila euro a persona. Una volta espletate le formalità di rito, i fermati sono stati associati, Iarmak nel carcere di Termini Imerese (PA), e PAryhin in quello di Enna, a disposizione dell’autorità giudiziaria competente, e su richiesta dell’ufficio il Giudice per le Indagini Preliminari di Catania ha convalidato il fermo ed emesso contestuale ordinanza di custodia cautelare in carcere.
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