Le fiamme invadono il territorio e l’odore acre del fumo invade ogni centimetro del casertano. Prima le colline che cullano Casertavecchia e ora il monte Tifata. Il fuoco arde e continua a distruggere tutto. Prati, piante e speranze.
Sono ore che il fuoco divampa. Gli elicotteri si sono mossi senza sosta, cercando di fermare quel dilagare di fiamme ma il fuoco sembra inarrestabile.
Persino l’aria arde e le fiamme si alimentano grazie all’arsura che in questi giorni promana da una terra che inevitabilmente, viene avvolta da fuochi di ogni specie.
Ore di rabbia e dolore, ore in cui le fiamme hanno cominciato a dare il loro sentore aspro e distruttivo e ora quel movimento porta con sè una percezione acre, irrespirabile, che sa di distruzione,
Caserta prima, San Prisco dopo. Le colline di questo territorio sono violentate da scintille coscienti o incoscienti che lasceranno una traccia nera e il deserto su quei territori amati e purtroppo abbandonati a un destino immeritato.
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