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Ristorante decide di multare i genitori con un sovrapprezzo se i bambini disturbano gli altri clienti. È polemica

Pubblicato il 26 Ottobre 2023

“In questo ristorante gli adulti incapaci di essere genitori pagano un supplemento”: famiglia si trova con 50 dollari di sovrapprezzo e scoppia la polemica.

Ha fatto molto rumore la decisione di un ristorante negli Stati Uniti che di fatto ha proibito l’ingresso ai bambini, una sorta di locale ‘child-free’ dove gli adulti possono godersi il loro pasto senza le urla e i pianti dei più piccoli.

La decisione ha provocato un ampio dibattito e molte polemiche, ma non è l’unica iniziativa del genere. Un altro ristorante è finito nel mirino di un utente di Reddit, che ha aspramente criticato il comportamento del titolare dell’attività spiegando che nel menu c’era addirittura dei costi aggiuntivi, una sorta di multa per “i genitori che non riescono a controllare i propri figli”.

Questa è la storia – raccontata dal fatto Quotidiano – del ristorante indiano Adrak Yorkville a Toronto in Canada e quella del Nettie’s House of Spaghetti, un ristorante di cucina italiana nel New Jersey. Ma la situazione è uguale anche in Georgia (Usa) al Toccoa Riverside di Blue Ridge dove i bambini possono entrare ma, a discrezione del titolare, essere “multati”. Al momento di pagare il conto, una famiglia – infatti – si è ritrovata con 50 dollari in più da dare. Il sovrapprezzo era da addebitare al fatto che Il loro bambino avrebbe disturbato gli altri. La “regola” è specificata sul menù dove si parla di un “supplemento per gli adulti incapaci di essere genitori“.

La polemica è infuriata anche sui media e una mamma, Lyndsey Landmann, ha raccontato la sua esperienza alla NBC NEWS Today spiegando di come sia rimasta male vedendo arrivare il cameriere con la richiesta del ‘sovrapprezzo’: “Pensavo che ci facesse i complimenti per come i bimbi erano stati bravi e invece ha detto che erano troppo rumorosi e correvano per il locale”.

La mamma ha anche raccontato di essersi ‘confrontata’ col proprietario del locale: “Gli ho spiegato: ‘Sono stati tranquilli per tutto il tempo’. Ci ha affrontato e ci ha detto che il nostro posto era al Burger King e non nel suo ristorante. Abbiamo chiesto di parlare con il proprietario e lui ha detto di essere il proprietario”. Il dibattito è continuato in Rete con gli utenti che si lamentavano per aver vissuto esperienze simili e c’è chi – ormai apertamente – lancia sui social vere campagne per boicottare questi locali.