Filippo Turetta cambia cella, ma scoppia la protesta dei detenuti: “Trattamenti di favore”. E intanto nessuno vuole stare con lui

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La presenza di Filippo Turetta, killer reo confesso di Giulia Cecchettin, inizia ad essere decisamente ingombrante nel carcere di Montorio Veronese, dove i presunti trattamenti di favore nei suoi confronti stanno indispettendo non poco detenuti, parenti e avvocati.

Al momento il 22enne di Vigonovo si trova nella sesta sezione del carcere, quella dell’infermeria, dove può guardare la tv e giocare alla Playstation, ma potrebbe essere presto trasferito nella terza sezione, quella più sovraffollata.

Le difficoltà del trasferimento

Come ha riferito il Gazzettino il trasferimento di Turetta nella nuova sezione non è affatto facile e potrebbe slittare. Fatta eccezione per due detenuti, sembra che nessuno dei carcerati voglia condividere la cella con il 22enne.

Una situazione che riaccende i riflettori sui problemi di sovraffollamento delle carceri italiane, in modo particolare quello di Montorio Veronese che sarà presto visitato dal sottosegretario di Stato al Ministero della giustizia Andrea Ostellari della Lega e del deputato Ciro Maschio di Fratelli d’Italia dopo l’Epifania.

L’intervento dell’associazione “Sbarre di Zucchero”

La situazione ha attirato anche l’attenzione dell’associazione “Sbarre di Zucchero”, rappresentata da Monica Bizaj, Micaela Tosato e Marco Costantini, che vigila proprio sulle condizioni delle carceri italiani e che ha denunciato i problemi esistenti nella struttura veronese, lamentando disuguaglianze e trattamenti di favore tra i detenuti.

Sin dal suo arrivo Turetta ha creato problemi, infatti molti detenuti si sono lamentati che sono stati fatti molti strappi alla regola per il 22enne, considerato un detenuto “vip”. Sulla questione si è espressa in modo molto chiaro Moica Bizaj: “C’è chi può trascorrere il tempo giocando con la PlayStation e c’è chi viene abbandonato in una cella di isolamento, con le mura imbrattate di escrementi ed allora vogliamo capire perché esistano dei privilegi, perché un diritto se non è per tutti diventa un privilegio a tutti gli effetti e noi non possiamo e non vogliamo far finta di nulla”.

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Redazione Nazionale

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