Medici di medicina generale. «Non abbiamo mai ambito ad essere eroi, ma non ci siamo mai tirati indietro. Non siamo eroi, siamo medici, come tali rispettiamo il giuramento che abbiamo prestato. Con le nostre paure, il nostro coraggio, la nostra voglia di prenderci cura, non solo di curare. La medicina generale c’è, ed è pericoloso insinuare dubbi; far credere ciò che non è, solo per il gusto di puntare il dito, magari trovare un capro espiatorio». Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, interviene sulle polemiche che in alcuni territori d’Italia stanno ingiustamente creando un’alea di diffidenza nei riguardi di molti medici di medicina generale che si starebbero sottraendo all’impegno della campagna vaccinale. «Nei mesi più caldi della pandemia – prosegue Scotti – abbiamo esortato a comportamenti responsabili, ora ricordiamo a tutti che il vaccino è la prima e più importante arma che abbiamo. I medici di medicina generale non avrebbero alcun motivo per sottrarsi alla somministrazione. Purtroppo, però, in questo sforzo siamo coinvolti solo in modo ancora marginale. Non certo per nostra volontà, bensì per scelte di politica regionale». Nonostante il protocollo nazionale, denuncia Fimmg, gli studi della medicina territoriale sono oggi a secco di vaccini. Con dotazioni che nella maggior parte dei casi non superano le 10 dosi per ciascun medico. «In queste condizioni – conclude il segretario generale Scotti – non abbiamo modo di offrire il contribuito forte che, giustamente, molti assistiti si aspetterebbero e che ciascuno di noi vorrebbe dare. Scaricare sul medico di medicina generale, ancor prima di un suo coinvolgimento reale, l’inefficienza e i ritardi del sistema, come pure qualcheduno sta cercando di fare, non migliora certo le cose. Il nostro auspicio è invece che la campagna vaccinale decolli presto e che finalmente tutti possano veder soddisfatto il proprio diritto alla vaccinazione. Noi medici di medicina generale non chiediamo di meglio».
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