In pochi, medici e infermieri hanno subito le criminali azioni di pazienti e dei loro parenti.
L’episodio più recente si è verificato la scorsa notte, quando un 18enne ha colpito con calci e pugni tre infermieri nel pronto soccorso dove si era recato per uno stato d’ansia.
E’ stato necessario l’intervento deciso dei carabinieri per bloccarlo, per poi arrestarlo e trasferirlo in carcere.
Adesso dovrà rispondere di lesioni a personale esercente la professione sanitaria e resistenza a pubblico ufficiale.
Mercoledì scorso nel reparto di chirurgia toracica dello stesso ospedale i parenti della 23enne Natascha, morta durante un intervento, hanno aggredito il personale sanitario che è stato costretto a rifugiarsi in alcune stanze del nosocomio.
Il personale sanitario, dopo l’escalation delle aggressioni in Puglia, ha proclamato lo stato di agitazione e il 16 settembre a Foggia terrà una manifestazione unitaria promossa dai sindacati di categoria.
Dopo Anaao Assomed e Cimo Fesmed, ha annunciato la partecipazione anche il Sindacato dei medici di Puglia.
Di recente è stato proprio il presidente nazionale dello Smi, Ludovico Abbaticchio, a chiedere il porto d’armi per il personale medico affinché possa difendersi.
Una provocazione arrivata dopo le aggressioni a due dottoresse impegnate in servizi di guardia medica, a distanza di pochi giorni l’una dall’altra: la prima in provincia di Taranto, la seconda in Salento.
Entrambe si sono poi dimesse.
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