Ad una settimana dalla scomparsa di Antonio Forcina, storico commerciante di Fondi e tra i primi a credere nel progetto Mof, la famiglia ha voluto ricordarlo con una breve biografia per ricordare a tutti, conoscenti e semplici compaesani, chi era e cosa ha fatto per la comunità ‘Tonino’.
“Tonino veniva da una forte tradizione familiare di commercianti, (negli anni ‘30/40), il padre Filippo era tra quelli che avevano un magazzino per la vendita della frutta nell’affollatissima Via Roma.
Da ragazzo studiava Legge, e in seguito alla morte del padre, prese in carico l’attività commerciale di famiglia con il fratello Dante.
Fondò l’IDAF insieme al fratello negli anni ’60, sfruttando l’importante produzione delle arance della piana di Fondi, quella che era conosciuta da tutti come “la fabbrica delle arance di Fondi”. Un’industria enorme per l’epoca con una struttura di 3.000 mq in zona Spinete, allora aperta campagna.
Negli anni ’60/70 fu tra i giovani “ribelli”, fautori del polo del MOF il cui scopo era quello di spostare il mercato della frutta di Via Roma ad un centro più organizzato, provocando ovviamente reazioni di avverse da parte dei commercianti più anziani.
E’ stato anche impegnato politicamente per la città, come Assessore alle Finanze, e negli anni ’70 è stato Consigliere Comunale per la D.C.
Dirigendo la sua attività commerciale fino agli anni 2000 e partecipando attivamente alla vita fondana, ha contribuito a dare prosperità alla città di Fondi.
Nel 2010 al posto dei capannoni dell’IDAF, che da zona di campagna nel frattempo era diventata zona centralissima di Fondi, è sorto per sua volontà il “Centro Residenziale Dante Forcina” in onore del fratello prematuramente scomparso.
Tonino è stato un Padre di famiglia, nella tradizionale concezione di un padre di famiglia, generoso, sempre disponibile ad aiutare il prossimo, che si prende cura non solo dei propri familiari ma anche dei suoi amici e concittadini. Nonché nella concezione cristiana di uomo di fede, che non perdeva occasione di ripetere a tutti quanto era importante la Famiglia. E’ stato “un uomo di parola”, per lui, aveva più peso di qualsiasi documento scritto.
Lascia la moglie, la cara maestra Rosalba Pecorone, e una numerosa famiglia che gli è stata vicino fino all’ultimo e che, come diceva sempre lui, lo ha accompagnato nel suo nuovo viaggio con “l’amore, il calore e l’unione della famiglia” e soprattutto uno dei suoi mantra “Dovete volervi sempre bene, qualunque cosa accada”.
In un momento storico come questo, in cui la nostra serenità è continuamente in bilico, perdere Tonino è stato come perdere le fondamenta di una casa. Una sensazione comune a molti di noi, si fa strada un vuoto nelle nostre vite, sapevamo che c’era, anche se non stava bene, ma stava lì, a casa sua, con i suoi familiari intorno che si prendevano cura di lui.
Il vuoto generazionale che si porta dietro sarà colmato solo dal dolce ricordo che avremo sempre noi figli, che ben educasti ai santi ideali della vita, e nel trasmettere i suoi insegnamenti ai nipotini e a tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di percorrere un tratto di strada con lui”.
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