Pubblicato il 14 Settembre 2022
Mentre l’Ucraina fa mostra in piazza di mezzi militari russi distrutti, nel bel pieno della guerra tra russi e ucraini gli USA sganciano una vera “bomba” politica che sta scuotendo le fondamenta delle istituzioni e dell’opinione pubblica in tutto il mondo: la Russia avrebbe donato fondi a partiti di oltre 20 paesi per assicurarsi l’appoggio.
USA ermetici: “Non rilasceremo altre dichiarazioni sulla questione”
Il Dipartimento di Stato americano ha fatto sapere che non entrerà nello specifico delle informazioni di intelligence, lasciando intendere quindi che non saranno rilasciate ulteriori notizie, tuttavia ha dichiarato: “Siamo stati chiari in merito alla nostra preoccupazione sull’attività della Russia per influenzare il processo democratico in vari paesi nel mondo, compreso il nostro.
La nostra preoccupazione sull’attività russa a questo proposito non riguarda alcun paese in particolare, ma è di natura globale, mentre continuiamo a fronteggiare le sfide contro le società democratiche”.
Fondi russi a partiti stranieri, spuntano i primi paesi “sospetti”
Nonostante la reticenza del Dipartimento di Stato americano a “fare nomi”, alcuni media statunitensi hanno provato a fare luce sulla questione e diffondere una lista di dei paesi che avrebbero beneficiato dei fondi russi, che comprenderebbe Albania, Montenegro, Madagascar e forse anche Ecuador. Non sarebbero però stati fatti nomi di partiti specifici
Proprio in questi paesi l’intelligente di Washington avrebbe rintracciato finanziamenti russi sotto forma di criptovalute, contanti e regali, tramite i conti delle ambasciate russe, con l’obiettivo di rafforzare l’influenza della Russia sostenendo i partiti filorussi. Tuttavia, come trapela da alcune fonti dell’amministrazione Biden, quanto emerso sarebbe solo la punta dell’iceberg.
Sull’Italia? Niente di specifico
Qualcuno aveva iniziato a chiedersi se potessero essere coinvolti anche alcuni partiti italiani in questa torbida storia ma, come riferito da fonti dell’intelligence all’Adnkronos, “non ci sarebbe niente di specifico sull’Italia”. Le stesse fonti fanno sapere che le informazioni sui finanziamenti illeciti sono state raccolte a partire dal 2014.