Si continuano a registrare violente scosse di terremoto in ogni angolo del mondo: dopo il sisma in Afghanistan di magnitudo 6.3 e quello in Marocco di magnitudo 6.8, che ha provocato oltre 800 morti, un altro terremoto di magnitudo 5.8 si è registrato al largo delle Isole Marianne settentrionali, commonwealth in unione politica con gli Usa, nella notte tra ieri e oggi.
La segnalazione è partita dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e l’attenzione maggiore è rivolta ai vulcani attivi presenti sul posto.
Una prima potente scossa di terremoto si è registrata poco dopo le 2:00, ora italiana, che secondo le rilevazioni degli esperti ha toccato una forza di magnitudo 5.8 e una profondità di 6 chilometri. Proprio la scarsa profondità, oltre naturalmente al sisma stesso, preoccupa maggiormente i sismografi ma almeno per il momento non si registrano danni significativi a cose o a persone, anche se la popolazione ha sentito forte e chiara la scossa.
Le Isole Marianne Settentrionali, che insieme a Guam a Sud compongono l’arco delle Isole Marianne, rappresentano un’area geografica molto complessa.
In zona infatti ci sono diversi vulcani attivi, dal Pagan all’Agrihan fino all’Anatahan e proprio le continue sollecitazioni della terra preoccupano i sismografi poiché i vulcani stessi potrebbero reagire in seguito alle continue scosse.
Tra l’altro qui ci sono anche le Fosse della Marianne, il punto più profondo della crosta terreste e difficilmente raggiungibile e proprio per questo intriso di misteri e di pericoli.
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