Pubblicato il 28 Novembre 2024
“Buonasera presidente, sono Francesca e se sono morta a 12 anni è anche per colpa di persone come lei, che pur avendo il potere nelle mani, pur avendo gli strumenti per cambiare, scelgono di guardare da un’altra parte”. Così Francesca Ghio, la consigliera comunale di Genova che ha rivelato pubblicamente di essere stata abusata quando aveva 12 anni.
Ghio rivela di essere stata contattata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e commenta duramente questo gesto.
Palazzo Chigi non aveva reso noto il colloquio, lo ha fatto Ghio direttamente sul social sia con una storia sia con un post. La consigliera accusa Meloni di trovare “continuamente un capro espiatorio e deresponsabilizzare le istituzioni, addossando al singolo la colpa, per evitare di risolvere il problema nascondendolo dietro parole retoriche”.
“Ho parlato venti minuti al telefono con il presidente Giorgia Meloni. Se avessi assecondato il motivo della sua telefonata probabilmente sarebbe durata pochi secondi; giusto il tempo di lasciare che mi riportasse i complimenti per il coraggio e la vicinanza per il dolore. Ma non ci sto a queste logiche. Non arretro di un centimetro e ho usato anche questa sua chiamata per dirlo. A chi politicamente vuole la mia attenzione dicendomi che sono stata brava, rispondo che non ha capito l’essenza del mio gesto”, racconta Ghio.
“Cara presidente Meloni, ti ringrazio per la vicinanza ma se ho parlato, non è per avere supporto morale. La mia morale è solida e alle mie lacrime ci pensano le mie sorelle. Se ho parlato è perché voglio una fine a questo dolore. Perché nessun’altra persona debba continuare a passarci attraverso”, aggiunge.
“Se davvero le sono arrivata Presidente Meloni, allora lo dimostri con la potente azione politica che ha nelle sue mani. Vogliamo l’educazione sessuo affettiva, alle emozioni e al consenso in tutte le scuole del paese, per tutti i bambini e le bambine di oggi, che saranno gli adulti di domani. Per mettere nelle loro mani e nei loro cuori gli strumenti potenti della consapevolezza dell’amore. ‘Sono madre’, mi ha detto al telefono. Sono madre anche io, e lotto per mia figlia e anche per la sua. Per fare in modo che non ci sia altro dolore evitabile. Dire a me, a Gino, a Chiara, a tutti cuori frantumati e le ossa rotte, che vi dispiace, serve solo a voi stessi per sentirvi meglio con quello che avete o non avete fatto. A noi serve un cambiamento”, conclude Ghio.