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Francia, l’estrema destra di Le Pen vince il primo turno: che succede adesso?

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Il Rassemblement National di Marine Le Pen e del suo delfino Jordan Bardella ha vinto il primo turno ottenendo delle elezioni in Francia, secondo le prime stime, tra il 33,2 e il 33,5% delle preferenze. Il Nuovo Fronte Popolare che riunisce la sinistra si è assestato tra il 28,1 e il 28,5%. Molto deludente Ensemble di Emmanuel Macron, che ha ottenuto tra il 21 e il 22,1% dei voti.

Tutto può ancora cambiare al secondo turno con gli accordi di desistenza. Bisogna ottenere 289 seggi per conquistare l’Assemblea Nazionale e ottenere la maggioranza, perciò sarà decisivo il secondo turno quando correranno tutti i candidati che hanno ottenuto il 12,5%.

Cos’è la desistenza?

Al primo turno sono stati eletti 39 deputati dell’RN e 32 del Nuovo Fronte Popolare. Secondo Afp, ci sono buone probabilità che il partito di Le Pen ottenga la maggioranza relativa o anche assoluta. Di certo Macron ha pagato a caro prezzo l’azzardo di sciogliere l’Assemblea Nazionale dopo la sconfitta dei suoi candidati alle elezioni europee e non è da escludere uno scenario a dir poco insolito, anzi senza precedenti: la convivenza tra il presidente Macron e un governo completamente diverso.

L’ultima carta da giocare per Macron è la desistenza, che consente ad un partito di ritirare il suo candidato nella corsa a 3 per favorire l’avversario dell’RN. Il sistema elettorale francese prevede un maggioritario a due turni. Nel secondo turno, previsto il 7 luglio, gli elettori possono votare i candidati che hanno ottenuto almeno il 12,5% dei voti e viene poi eletto chi ottiene la maggioranza assoluta.

Un’alleanza tra macroniani e sinistra è possibile?

L’elevata affluenza dei votanti ha consentito in molti seggi l’avanzamento di tre candidati. La sinistra e macroniani devono trovare un accordo se vogliono frenare l’avanzata del partito di La Pen e, al secondo turno, secondo gli accordi di desistenza possono ritirare il candidato che ha meno possibilità di vincere. Raphaël Glucksmann, leader della sinistra che guida Place Publique, si è già detto disponibile a sostenere il candidato che può battere RN.

Sulla stessa lunghezza d’onda Olivier Faure, segretario del Partito socialista, che ha detto di essere pronto a ritirare i suoi candidati pur di non far vincere La Pen. Tra le aperture più significative c’è quella di Jean-Luc Melenchon, leader de La France Insoumise, che ha detto: “Nel caso in cui il Rassemblement arrivasse primo e noi terzi, ritireremmo in quel ballottaggio la nostra candidatura. Né un voto né un seggio in più per il RN”.

E Macron? I Républicains sono stati poco chiari per quanto riguarda gli accordi di desistenza. Come ha spiegato il politologo Mar Lazar a Repubblica, Macron valuterà seggio per seggio qual è la strategia migliore, evitando di dare un vantaggio ai candidati di sinistra considerati poco “graditi”. L’atteggiamento ondivago e “attendista” di Macron ha indispettito Faure, leader dei socialisti, che ha dichiarato: “Questa sera sento molti leader del campo macroniano parlare senza dare chiare istruzioni di voto. Le loro parole sono troppo confuse. Spetta a loro lanciare un chiaro appello alla mobilitazione e alla Repubblica”.

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Redazione Nazionale

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