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Torna in carcere il fratellastro di Cassano: da star dei social alle manette

Pubblicato il 4 Febbraio 2022

Torna in carcere Giovanni Cassano, detto “U curt”, fratellastro del famoso calciatore Antonio. A farlo finire nei guai è stata la voglia sfrenata di mettersi in mostra sui social network, che lo ha indotto a postare decine di video, nei quali risulta evidente che ha violato gli arresti domiciliari, ricevendo in casa persone estranee al nucleo familiare.

Torna in carcere Giovanni Cassano, detto “U curt”, fratellastro del famoso calciatore Antonio. A farlo finire nei guai è stata la voglia sfrenata di mettersi in mostra sui social network, che lo ha indotto a postare decine di video, nei quali risulta evidente che ha violato gli arresti domiciliari, ricevendo in casa persone estranee al nucleo familiare.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata chiesta dalla Procura all’esito degli accertamenti dei carabinieri della Compagnia di Modugno – guidati dal capitano Corrado Quarta – che hanno esaminato a fondo la sua attività social dell’ultimo mese. Il 49enne Cassano (che con il fratello calciatore non ha mai avuto rapporti di frequentazione) era stato arrestato a settembre, per furto pluriaggravato in appartamento commesso a giugno in un’abitazione di Sannicandro, violazioni alla sorveglianza speciale a cui era sottoposto, possesso ingiustificato di grimaldelli, uso di targa manomessa e guida senza patente poiché revocata.

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Dopo una breve permanenza in carcere, aveva ottenuto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Proprio il braccialetto compariva in bella mostra in molti video su Tik Tok (alcuni dei quali avevano sfiorato anche le 30 mila visualizzazioni), nei quali l’uomo ballava, cantava e si travestiva.  Inoltre, in violazione delle prescrizioni imposte dal gip, Cassano avrebbe ricevuto in casa persone estranee al suo nucleo familiare e partecipato a chat tenute sui social network con alcuni dei suoi follower.

A seguire il suo profilo però c’erano anche i carabinieri di Modugno, i quali hanno elencato le diverse violazioni in un’informativa, grazie alla quale la Procura ha chiesto l’aggravamento della misura al gip. Il giudice per le indagini preliminari ha preso atto delle violazioni commesse ha condiviso la richiesta, secondo cui si ritenevano aggravate le esigenze cautelari, disponendo il ritorno in carcere.