Tiene banco il “caso Lollobrigida”, il Ministro dell’Agricoltura che ha “prenotato” una fermata a Ciampino pur non essendo prevista sul Frecciarossa Torino-Salerno, che qualcuno ironicamente ha ribattezzato “Frecciablu”. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, in seguito al ritardo di 111 minuti accumulato dal treno, Lollobrigida avrebbe chiesto di scendere a Ciampino e proseguire con un’auto blu il viaggio verso Napoli per l’inaugurazione di un nuovo parco urbano a Caivano. Una situazione che ha fatto infuriare l’opposizione, che ha chiesto a gran voce le dimissioni del ministro che però si è difeso rispedendo al mittente le accuse.
Il ministro, a margine del Forum Coldiretti, ha raccontato la sua versione dei fatti: “l treno che ho preso per arrivare, ho potuto scoprire solo dopo la partenza, aveva 100 minuti di ritardo e in pochi km ha effettuato diverse lunghe soste. Ho chiesto se fosse possibile scendere in una di queste, come anche altri passeggeri, ma le porte in assenza di passaggi per attraversare i binari non possono essere aperte”.
Alla fermata di Ciampino, dove lui è sceso, come il ministro ha spiegato “avrebbero potuto scendere tutti, non solo io”, per poi aggiungere: “Si è trattata di una fermata straordinaria che, al ricorrere di casi straordinari, Trenitalia realizza abitualmente e che è stata annunciata e resa fruibile per tutti i passeggeri”.
Alla richiesta di dimissioni, avanzata dall’opposizione, Lollobrigida ha risposto così: “Non sono mai fuggito al confronto. Sono convinto di aver agito non solo nell’ambito della legalità e della norma ma nell’interesse dello Stato, per rappresentarlo a Caivano. Quella discesa dal treno non era per andare in vacanza o andare a trovare la mia famiglia, ma per andare a fare il mio lavoro”.
Le Ferrovie dello Stato, l’azienda pubblica che controlla Trenitalia, ha spiegato che chiunque può chiedere una fermata straordinaria se il ritardo supera i 60 minuti, ma il nulla osta può essere rilasciato solo in presenza di cause di forza maggiore, una tesi che ha suscitato molti dubbi e domande.
Le Ferrovie dello Stato hanno precisato che “nelle condizioni generali di trasporto, conformemente al regolamento europeo, è indicato che nel caso in cui l’arrivo alla destinazione finale sia previsto con un ritardo superiore a 60 minuti, se il viaggio non è più utile il passeggero ha diritto al rientro al punto di partenza o ad altra località intermedia di sua scelta”.
L’eventuale richiesta di scendere a una fermata intermedia e non prevista, spiega FS, “viene valutata caso per caso e, in relazione ai possibili impatti sulla circolazione e sui passeggeri, si riceve una richiesta legata a particolari esigenze quali, ad esempio di emergenza, di ordine pubblico, ecc.”.
Questo potrebbe essere il caso di Lollobrigida? Secondo l’agenzia LaPresse FS avrebbe ammesso che la fermata era stata richiesta per “motivi istituzionali”, ma nella nota poi diffusa dall’azienda nel pomeriggio non si fa alcun riferimento alla richiesta del ministro. Nel comunicato si legge solo che la fermata di Ciampino era stata richiesta direttamente dalla sala operativa di Trenitalia, senza specifica il motivo, aggiungendo però che “negli ultimi sei mesi, nei servizi Frecce, vi sono stati 207 casi di questo tipo”.
C’è un’altra domanda da porsi: tutti i passeggeri in queste circostanze possono allora chiedere di scendere ad una fermata straordinaria? Come si legge nelle condizioni generali di trasporto di Trenitalia, si parla della possibilità in caso di ritardo di “iniziare il viaggio utilizzando mezzi alternativi, o proseguirlo e tornare al punto di partenza o ad altra località intermedia a scelta del passeggero”.
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