Un desiderio rimasto però intrappolato nelle maglie strette della burocrazia e della giustizia tanto a lungo da non consentirle di coronare il suo unico sogno, ricostruisce il Corriere.
Purtroppo, non vedeva il figlio da più di un anno perché il marito non glielo aveva consentito.
Poi è arrivata la malattia a complicare ulteriormente una vita familiare molto tormentata. Lei, madre di due figli, ha preferito che il più piccolo, di dodici anni, rimanesse col padre, in Puglia, perché doveva sottoporsi all’ospedale Gemelli di Roma a cicli di chemioterapia, ma il giudice aveva disposto che al bambino venisse consentito di vedere sua madre una volta al mese.
Un obbligo al quale, però, il padre non avrebbe mai adempiuto.
Così i legali di Lucia avevano chiesto al Tribunale di Trani, dove risiede il marito, di intervenire sulla questione.
Il giudice, dopo l’udienza dei giorni scorsi, si era riservato la decisione.
È morta nella sua casa di Frosinone dove era stata trasportata dopo il ricovero in una struttura specializzata in malattie oncologiche.
“Ora domandiamoci quanto dolore, oltre quella della malattia che gravava su di essa, possa esserci stato nel cuore di questa mamma che si è vista costretta nel limbo di un’attesa di una giustizia lenta che non ha tenuto in considerazione le condizioni psicologiche di una mamma. Una mamma che voleva per l’ultima volta riabbracciare il proprio figlio”, è il commento sui social del centro antiviolenza “Fammi Rinascere”.
Del caso si era occupata anche la deputata del Partito Democratico Maria Cecilia Guerra che aveva sottoposto all’attenzione del Governo la paradossale situazione.
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle vedove le aveva risposto: “Emerge, da una nota del 12 gennaio 2023 del tribunale di Trani, che il regime di visita tra la madre e il figlio è stato disciplinato tenendo conto della distanza geografica, delle condizioni di salute della madre al fine di garantire, comunque, il superiore interesse del minore a mantenere significativi rapporti con entrambi i genitori”.
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