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fungo killer

Allarme “fungo killer”: primo caso in Italia

Pubblicato il 6 Luglio 2022

È stata una donna giapponese la prima a esserne infettata nel 2009. Successivamente, in Europa sarebbe arrivato nel 2015 con alcuni casi in Francia. Benché sotto controllo, la diffusione è aumentata negli ultimi anni tant’è che gli Usa hanno dichiarato oltre 3.700 casi soltanto nel 2021. L’Italia ha avuto a che fare con la Candida Auris nel 2019 con il primo caso di infezione seguito da un focolaio nel nord Italia, tra il 2020 e il 2021.

Insomma, oltre alla siccità e alle tragedie direttamente collegate, il riscaldamento globale porta con sé altri danni e pericoli: è il caso della Candida Auris, ribattezzata dagli esperti con il nome di “fungo killer” a causa della sua alta mortalità e per la sua incredibile resistenza praticamente a tutti i farmaci specifici.

Così come spiegano gli esperti, si tratta di agente patogeno emergente che è stato scoperto soltanto poco più di 10 anni fa.

“Questo fungo lievitiforme può determinare varie forme di candidosi, ma, a differenza di altre forme di Candida, si comporta in modi inaspettati e preoccupanti, causando quadri clinici invasivi e generalizzati nelle persone fragili (neonati, anziani, pazienti con un sistema immunitario debilitato o con malattie croniche)”. 

I Cdc (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) lo considerano una “seria minaccia per la salute globale” perché si è dimostrato resistente alla maggior parte degli antimicotici, resiste per molto tempo nell’ambiente ed è letale per un numero compreso tra il 30 e 70% dei pazienti entro tre mesi dall’infezione.

Il fungo è stato trovato su un paziente attualmente ricoverato a Mestre e di rientro da un viaggio all’estero.

Si può trasmettere sia con un semplice contatto ma anche tramite le superfici.

Perché è stato tirato in ballo il riscaldamento globale? Perché temperature più alte lo aiutano a sopravvivere e infettare l’uomo. Lo dice uno dei tanti studi in materia pubblicato su mBio, Società americana di microbiologia, che ha descritto il primo caso di infezione da fungo.

I ricercatori hanno evidenziato la capacità di sopravvivere anche ad alte temperature rispetto ad altri funghi simili a livello genomico che, invece, non riescono a resistere a valori termici elevati. Insomma, la Candida Auris si diffonde meglio con un clima caldo, ci fosse qualche grado in meno probabilmente avrebbe una vita più complicata ma non è questo il caso. In Italia al momento non c’è alcun allarme anche se tutte le sequenze del fungo hanno dimostrato che è molto abile a resistere ai farmaci.