Pubblicato il 9 Febbraio 2022
E’ più vicina la fusione nucleare, l’energia pulita del futuro che imita quanto avviene nel cuore delle stelle: il reattore sperimentale europeo Jet (Joint European Torus) ha generato energia pari a 59 megajoule a intervalli di 5 secondi, equivalente a 11 megawatt.
E’ il doppio di quella ottenuta 25 anni fa dalla stessa macchina.
Lo rende noto la stessa collaborazione Jet, con l’Istituto tedesco Max Planck per la fisica del plasma.
Il risultato è stato ottenuto modificando il reattore per renderlo più simile alle future condizioni di Iter, il reattore sperimentale che dovrà dare la risposta sulla fattibilità della fusione.
“L’esperimento del Jet ci fa avvicinare alla fusione nucleare”, ha commentato Joe Milnes, capo del laboratorio dove è in funzione il reattore. “Abbiamo dimostrato che possiamo creare una stella in miniatura all’interno dei nostri macchinari e mantenerla lì per cinque secondi, ottenendo delle alte performance”. Questo, ha aggiunto, “ci porta in un campo realmente nuovo”.
Il record e i dati scientifici ottenuti durante questa cruciale campagna sperimentale, sottolineano Cnr, Enea, Eurofusione e Consorzio Rfx, “sono una grande conferma per il successo di Iter, la versione più grande e avanzata di Jet”. Iter è un progetto di ricerca sulla fusione in corso di realizzazione a Cadarache, nel sud della Francia, sostenuto da sette partner (Cina, Unione Europea, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti d’America), che mira a dimostrare la fattibilità tecnica e scientifica dell’energia da fusione.
“Proprio mentre aumenta a livello globale la richiesta di affrontare efficacemente gli effetti del cambiamento climatico attraverso la decarbonizzazione della produzione di energia, questo successo rappresenta un grande passo avanti sulla strada verso la fusione quale fonte sicura, efficiente e a basso impatto ambientale per combattere la crisi energetica globale” aggiungono Cnr, Enea, Eurofusione e Consorzio Rfx.
Cofinanziato dalla Commissione Europea, il consorzio Eurofusion vede la partecipazione di 4.800 tra esperti, studenti e personale in staff da tutta Europa, con una forte presenza di ricercatori italiani.