Nessuna etichetta “verde” al nucleare e al gas. Spagna e altri 3 Paesi Ue dicono “no”

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Gas naturale e nucleare possono essere considerate attività verdi? I ministri dell’energia di Austria, Danimarca, Lussemburgo e Spagna lo dicono forte e chiaro: non si può dare un’etichetta verde a nucleare e gas. Una lettera con questo contenuto è stata pubblicata nella tarda serata di ieri.

Oggi è prevista una riunione informale dei ministri Ue con delega all’Energia: è stata convocata dalla presidenza francese del Consiglio Ue, ad Amiens, e si protrarrà anche domani. Questa sera, la Commissione europea concluderà la consultazione relativa al regolamento, avviata il 31 dicembre. L’adozione è prevista nelle prossime settimane. 

Gas e nucleare non sono ufficialmente nell’agenda del summit di Amiens. I ministri dei quattro Paesi, tuttavia, ribadiscono le critiche già espresse pubblicamente nei giorni scorsi: “è un passo indietro”. Il testo della Commissione “invia un pessimo segnale ai mercati finanziari e rischia di essere respinto dagli investitori e di bloccare per decenni” il progresso delle tecnologie pulite, “deviando gli investimenti necessari alle rinnovabili”: lo si legge nella lettera.

Gas naturale e nucleare verdi: la bozza del documento che dice no

Proprio il gruppo di esperti dell’Unione europea che ha partecipato alla redazione della tassonomia (classificazione) delle attività verdi sta per dire no alla bozza di regolamento con le condizioni alle quali gas naturale e nucleare possano essere considerati attività “verdi”.

Un documento sarà inviato alla Commissione europea: secondo la bozza, gli esperti della piattaforma per la finanza sostenibile si oppongono al nucleare. Il gas naturale, poi, potrebbe rientrare soltanto con un radicale abbattimento delle emissioni.

Pur avendo emissioni pari quasi a zero, il nucleare infatti non rispetta un principio basilare: “non nuocere significativamente” agli altri gruppi di attività individuate dalla tassonomia (protezione delle risorse idriche e marine, transizione verso un’economia circolare, prevenzione e controllo dell’inquinamento, protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi). 

Il gas, che ha meno emissioni del carbone, non è un’attività sostenibile e allineata agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, a meno che non si abbattano le emissioni in modo più che sostanziale, con un tetto a 100 grammi di CO2 per Kilowattora. 

Si boccia, in sintesi, alla proposta della Commissione di riconoscere la patente verde sia ai nuovi impianti entro il 2030 con emissioni inferiori a 270 g CO2e/kWh, sia a quelli usati per i picchi di domanda, con emissioni medie annue che non superino 550 kg CO2e/kW in 20 anni.

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Isabella Lopardi

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