Pubblicato il 30 Maggio 2022
Dovranno comparire davanti al giudice di Latina Giorgia Castriota il prossimo 7 settembre. Si tratta di due coniugi, rumeni, accusati di maltrattamenti nei confronti del figlio dopo la confessione, da parte del giovane, della propria omosessualità.
La coppia al momento è irreperibile e nel corso della prossima udienza il magistrato deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio, a seguito degli accertamenti condotti dal pubblico ministero Antonio Sgarrella che aveva esercitato l’azione penale.
Gli imputati, di 49 e 43 anni, sono stati denunciati dal figlio, all’epoca 15enne, che ha riferito alle forze dell’ordine di aver subito dei maltrattamenti di natura psicologica tra il 2017 e il 2019.
Una violenza scaturita dalla confessione, fatta dal giovane, di essere omosessuale. I genitori, infatti, tentavano in ogni modo di fargli cambiare idea, utilizzando anche le maniere forti per giungere al proprio scopo. Sempre secondo il racconto della vittima, in alcune circostanze il padre lo avrebbe colpito a pugni, mentre la madre utilizzando una cintura…
“I genitori venuti a conoscenza dell’omosessualità del proprio figlio e non tollerandola lo hanno indotto a desistere dal suo orientamento sessuale e al suo rifiuto anche in altre occasioni, lo hanno percosso. Con una pluralità di azioni vessatorie, morali e fisiche hanno maltrattato il figlio – ha scritto il pubblico ministero nel capo di imputazione – ponendo in essere una condotta abituale con più azioni che se realizzate in momenti successivi, sono risultate collegate da un nesso di abitualità. L’unica intenzione era quella di ledere l’integrità morale e fisica del ragazzo da rendere impossibile la convivenza». I due genitori hanno agito in concorso tra loro con diverse azioni vessatorie, morali, fisiche. «Hanno posto in essere una condotta abituale”.
Contro la condotta dei genitori ci sarebbe anche la testimonianza di due connazionali. Tra poco più di tre mesi il via con l’udienza preliminare.