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“Senza Chiara siamo ombre”, genitori si uccidono dopo il suicidio della figlia

Pubblicato il 27 Dicembre 2024

Una storia da far gelare il sangue nelle vene, difficile anche a raccontarla tanto che è torbida, straziante e dolorosa. Una coppia di genitori, il 64enne Alessandro Giacomello e la 59enne Cristina Masera, hanno deciso di togliersi la vita a distanza di due anni dal suicidio della figlia. In un certo senso Giacomello, medico di Pasta di Rivalta in provincia di Torino, aveva annunciato il gesto disperato quando, intervistato dal quotidiano locale L’Eco del Chisone, aveva detto che lui e la moglie senza la figlia Chiara erano “ombre”, una sorta di biglietto d’addio. Pochi giorni dopo la drammatica notizia del doppio suicidio, forse già programmato dopo l’intervista.

Il suicidio “programmato”

I due coniugi sono stati trovati nel garage della loro abitazione in gravi condizioni lo scorso 9 dicembre, ancora vivi ma in condizioni disperate. Lei è morta qualche giorno dopo all’ospedale Molinette di Torino, mentre lui si è spento il 23 dicembre dopo due settimane trascorse nel reparto di Rianimazione al San Luigi.

La loro morte è stata la conseguenza del suicidio della figlia Chiara, di 28 anni, che a sua volta si tolse la vita. I due genitori forse si sentivano responsabili per non essere riusciti a proteggere la figlia, caduta nella rete degli abusi sessuali da parte di un parente, che avrebbero segnato per sempre la vita della ragazza.

Da quando aveva 20 anni Chiara aveva iniziato a soffrire di attacchi d’ansia e di crisi di panico e, dopo ulteriori indagini, venne a galla l’atroce verità e da allora il dolore ha iniziato ad erodere la serenità della famiglia fino a farla implodere.

La disperazione della comunità

I carabinieri hanno avviato delle indagini, ma intanto l’intera comunità è rimasta scioccata da questa storia triste e straziante. Alessandro e Cristina, lui otorinolaringoiatra e lei farmacista, erano persone molto note in paese e tutti erano a conoscenza della loro disperazione, ma forse nessuno immaginava un epilogo così tragico.

Cinzia Bosso, sindaco del paese, ha pubblicato sui social una foto con tre candele accese a simboleggiare la famiglia che ormai non esiste più con queste parole: “Possiate ora riposare in pace tutti e tre insieme, a noi resterà per sempre il vostro ricordo”. Anche la farmacia dove lavorava la donna ha voluto ricordarla sui social con una foto della coppia sorridente insieme alla figlia con queste parole: “Adesso sono tutti e tre assieme. Ciao Ale”.

Chi avesse pensieri suicidi o chi conosce persone a rischio o che hanno già cercato il suicidio ricordiamo che può contattare questi numeri: 02 2327 2327 (Telefono Amico) e 06 77208977 (Samaritans Onlus).