Inizia così il post pubblicato su Instagram sabato scorso con cui l’Api, Associazione dei palestinesi in Italia, ringrazia il cantante milanese Ghali e gli rende omaggio con una targa per il suo impegno a favore della causa palestinese: “La tua coraggiosa decisione di pronunciare la parola genocidio ha avuto un impatto straordinario, portando l’attenzione su una questione tanto importante quanto spesso trascurata”.
Il cantante, che è stato accusato di aver usato il palco di Sanremo per diffondere un messaggio anti-israeliano, ha risposto al premio con un video pubblicato su Instagram dalla stessa ong: “Ciao ragazzi, un saluto a tutti gli amici di Api Italia. Ho ricevuto il vostro pensiero, grazie davvero. Che dire, raga… Spero di vedervi presto, vi voglio bene. Grazie per tutto quello che fate”. Il cantante poi ringrazia in arabo tutti i suoi “fratelli”. “Grazie ancora del bellissimo pensiero, vi voglio bene”.
Il premio dell’Api e il video-ringraziamento di Ghali sono destinati a rinfocolare le polemiche sull’artista.
L’Api fa capo a Mohammed Hannoun, considerato uno dei punti di riferimento di Hamas in Italia. Architetto palestinese trapiantato a Genova, fondatore della onlus Abspp (Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese), dell’Associazione dei palestinesi in Italia (Api) di cui è presidente e della Europeans for Al-Quds, Hannoun scrive frasi apertamente ostili a Israele, come: “Per noi Palestinesi il percorso è chiaro, quello dopo la fine dell’entità sionista con la nascita di un stato palestinese indipendente e sovrano”.
Di Hannoun sono note sia le relazioni con i leader di Hamas, tra cui Ismail Haniyeh e Khaled Meshaal, con i quali è stato fotografato in più occasioni, sia le accuse dei servizi di intelligence (israeliani e di alcuni Paesi europei) di finanziare l’organizzazione terroristica tramite le molteplici «attività umanitarie» a favore della popolazione di Gaza.
Le indagini della magistratura hanno però sempre portato a un non luogo a procedere e lui ha sempre respinto con forza le accuse parlando di “campagne diffamatorie e calunniose lanciate dal governo israeliano contro di lui” come ha scritto il 6 dicembre in un post.
La sua onlus è bandita da Israele sin dal 2002.
Dal 10 ottobre Hannoun è il motore e l’ideatore deqlle manifestazioni che si sono tenute, in diverse città italiane, a favore della causa palestinese; manifestazioni durante le quali si sono sentiti risuonare cori pro-Hamas, canzoni antisemite in arabo (“Oh ebrei l’esercito di Maometto sta tornando”), e lo slogan “«”Dal fiume al mare la Palestina sarà libera” che implicitamente allude alla sparizione di Israele.
Il primo novembre, davanti ad una settantina di sostenitori compresi alcuni bambini con la bandiera disegnata sulle guance, il presidente dell’Abspp aveva chiesto « di fermare il massacro del nostro popolo» definendo Hamas «la resistenza palestinese». L’ultima manifestazione si è tenuta a Genova domenica 18 febbraio: circa 800 persone hanno partecipato a un corteo che si è riunito davanti alla sede della Rai e poi si è mosso lungo Corso Sempione.
Intervistato su Rai3, Hannoun ha definito il massacro del 7 ottobre “un gesto di autodifesa” dei militanti di Hamas – “i nostri partigiani”.
Il 13 ottobre l’architetto, nelle vesti di imam del Centro islamico di Genova, ha attaccato il governo italiano e gli Stati Uniti «colpevoli di aver sostenuto lo Stato ebraico». Il video postato sul suo account Facebook e su quello del centro islamico è stato poi rimosso.
Rimangono, però, vari post di incitamento all’odio verso Israele e di glorificazione dei terroristi palestinesi. Il 2 gennaio dopo l’uccisione del numero due di Hamas Saleh al-Arouri l’architetto-imam posta il motto dei Fratelli Musulmani “Dio è il nostro obiettivo, il Messaggero è il nostro modello, Il Corano è la nostra costituzione, la Jihad è il nostro percorso, la morte per amore di Dio è la nostra più alta aspirazione”.
Nei giorni seguenti si leggono post in lode di assassini del calibro di Yahya Ayyash, ucciso nel 1996, che lui definisce un martire. Tanto che su The Times of Israel l’islamologo ed esperto di anti-terrorismo Giovanni Giacalone si chiede: “Perché le autorità italiane non sono ancora intervenute? Vale la pena ricordare che le misure contro gli attivisti pro-Isis sono state prese per molto meno. Dobbiamo aspettare che qualcuno faccia propria la retorica violenta di Hannoun e decida di perpetrare un attacco? Perché a quel punto nessuno potrà più dire non lo sapevo“.
C’è poi la pista dei soldi. Lo scorso luglio il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva chiesto alle autorità italiane di congelare circa 500mila dollari che sarebbero stati trasferiti da soggetti sospetti sui conti di Hannoun. Una richiesta che non ha mai avuto seguito.
Sono stati invece chiusi, uno dopo l’altro, i conti correnti intestati alla Abspp perché segnalati dalle unità antiriciclaggio europee. La prima a farlo è stata Unicredit nel 2021 mentre a dicembre 2023 le hanno dato il benservito Crédit Agricole, Poste Italiane e PayPal, oltre a tutti gli operatori di pagamento internazionali tra cui Visa, Mastercard e American Express. Il motivo, anche qui, sarebbe l’arrivo da soggetti sottoposti a sanzioni.
Tanto che sul suo account Instagram Hannoun scrive: “Cari donatori: per via delle continue problematiche causate dalle banche che chiudono i nostri conti unilateralmente, siamo stati costretti a crearne di nuovi. Grazie per la vostra comprensione e ci scusiamo per il disagio!”. Segue un iban legato a Qonto, il nome commerciale di Olinda Sas, una banca francese che opera in Italia tramite succursale sotto la vigilanza congiunta dell’ACPR (Banque de France) e della Banca d’Italia.
Nonostante ciò Abspp e le sue affiliate sono ben accette nel mondo politico italiano. “Abbiamo rapporti con persone di sinistra e ultimamente anche con la destra” ha detto il vicepresidente della onlus Sulaiman Hijazi all’Adnkronos.
Nel corso degli anni, secondo quanto riportato in un articolo da Il Foglio, Hannoun ha incontrato i parlamentari Davide Tripiedi e Marco Bella (entrambi M5s), Matteo Orfini (Pd), Stefano Fassina (Sinistra italiana), l’ex presidente della Camera e deputata del Pd, Laura Boldrini. Nel 2022 l’architetto-imam ha tenuto una conferenza stampa alla Camera dei deputati come presidente dell’associazione Europeans for al-Quds grazie ai buoni uffici del leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. E lo scorso 23 febbraio, tramite la deputata M5s Stefania Ascari, è tornato a Montecitorio per presentare con la sua Abspp il “Rapporto per i diritti umani in Palestina”, incentrato sulle “continue violazioni e aggressioni contro i palestinesi” da parte di Israele.
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