Italia scossa dall’ennesimo femminicidio, quella di Giada Zanola, la 34enne originaria di Brescia che secondo gli inquirenti è stata spinta giù dal cavalcavia sulla A4 nel comune di Vigonza. Sulla vicenda si è allungata anche l’ombra del revenge porn, che potrebbe essere stato usato come minaccia da Andrea Favero, il camionista 38enne di Vigonza, accusato di aver ucciso la compagna con la quale avrebbe dovuto sposarsi. I due hanno anche un bambino di 3 anni ma, a quanto pare, il matrimonio sarebbe saltato e lei aveva anche iniziato una relazione con un altro uomo.
Sulla vicenda proveranno a fare luce gli inquirenti, ma intanto ciò che resta è il dolore atroce dei genitori di Giada e lo strazio dei genitori di Andrea, che ancora non si capacitano del fatto che il figlio sia stato autore di un gesto così folle ed efferato.
Il Corriere della Sera ha riportato le parole di Adriana Tommasin, mamma di Favero, che spera ancora che dalle indagini possa emergere l’innocenza del figlio. Ha poi aggiunto che adesso deve occuparsi dei nipotino, che chiede della mamma e che vuole giocare col papà. Più dure le parole del padre, Claudio Favero, anche lui scosso e incredulo di quanto successo: “Se è stato Andrea è giusto che paghi, perdonarlo come padre? Non lo so, questa cosa è difficile”.
Un dramma simile a quello vissuto dai genitori di Filippo Turetta, che hanno atteso diversi giorni prima di andare a trovarlo in carcere. A tal proposito Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha partecipato alla fiaccolata che si è tenuta a Vigonza in ricordo di Giada. Per quanto riguarda le violenze subite da Favero che Giada avrebbe rivelato ad un’amica, Claudio Favero ha spiegato che non ne sapeva nulla e che, se l’avesse saputo, sarebbe intervenuto. Ha detto che il figlio era dispiaciuto per le nozze saltate e che pensava unicamente al figlio, quindi niente avrebbe lasciato presuppore un epilogo così tragico.
Come riferito dal Corriere della Sera la polizia ha sequestrato e perquisito l’abitazione e la Ford C Max, intestata a Giada ma utilizzata anche da Andrea Favero. Si sta cercando il cellulare della vittima, rimasto acceso fino alle 4 del mattino, cioè mezz’ora dopo la sua morte. A quanto pare la ragazza era viva dopo essere caduta dal parapetto, ma non è chiaro in che condizioni fosse.
Si stanno scandagliando anche i diari, le agende e i messaggi di Giada per raccogliere qualche dettaglio utile per ricostruire la dinamica della sua uccisione. Favero ha rilasciato versioni contraddittorie, che di certo non aiutano le indagini. Ha detto che nella notte tra il 28 e il 29 maggio aveva inseguito Giada che si era allontanata senza nulla, né borsa né portafogli, ma solo con un documento con una carta d’identità e una foto del loro bambino.
Favero ha spiegato che quella sera stessa, dopo aver fatto l’amore, hanno litigato e lei è scappata via, quindi lui è uscito per seguirla. Poi ha ammesso di aver preso Giada per le gambe e di averla spinta giù dal cavalcavia, ma poco dopo ha ritrattato la sua versione spiegando di non ricordare bene cosa sia successo.
I funerali della 34enne si terranno giovedì 6 giugno a Brescia e, come specificato dalla Diocesi, saranno celebrati alle 13:45 nella chiesa di Folzano, in provincia di Brescia. È stata diffusa una nota dove la famiglia ha vietato l’accesso in chiesa degli operatori della comunicazione, quindi non sono ammessi video né foto. “Unitamente alla comunità di Folzano, la Chiesa bresciana partecipa con la preghiera e si stringe attorno al dolore dei familiari di Giada” – conclude infine la nota.
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