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Padova

Giada Zanola, si allunga l’ombra del revenge porn

Pubblicato il 1 Giugno 2024

Si continua a indagare sulla morte di Giada Zanola, la 34enne che secondo le ricostruzioni è stata spinta giù dal cavalcavia dell’A4 di Padova dall’ex compagno Andrea Favero, di 39 anni, e poi travolta da un camion sull’autostrada. Ci sono ormai ben pochi dubbi che si tratti di femminicidio, ma gli inquirenti stanno cercando di capire come sia stata uccisa la donna.

La dinamica dell’uccisione di Giada Zanola

Una delle ipotesi è che la donna sia stata prima drogata e poi gettata giù dal cavalcavia al termine di una lite con l’ex compagno. Ieri si è svolta l’autopsia, che però ha avuto difficoltà anche a stabilire l’ora della morte considerando che il corpo della donna era davvero malridotto. Bisognerà dunque attendere i risultati tossicologici, che non saranno pronti prima di un mese, per capire se tra la notte di martedì 28 maggio e mercoledì 29 maggio Giada fosse ancora vigile e cosciente.

L’ombra del revenge porn

La ricostruzione del delitto risulta ancora più difficoltosa poiché Favero, ex compagno di Giada con la quale conviveva ormai da separato in casa, non sta collaborando e non ha risposto alle domande del gip. E intanto, come riferito dal Corriere della Sera, spunta un’altra inquietante pista, quella del revenge porn.

Da quanto ricostruito finora dagli inquirenti la 34enne, mamma di un bambino di 3 anni, temeva non solo di essere drogata dall’ex compagno, ma anche che questi potesse ricattarla minacciando di diffondere suoi video intimi. Come indicato nel decreto di fermo, sembra che Giada avesse confidato al suo nuovo compagno e ad una sua amica di essere molto preoccupata, poiché il suo ex era in possesso di video che li ritraevano in intimità e temeva che poteva diffonderli sul web come forma di minaccia.

Il mistero del cellulare scomparso

C’è un altro mistero in questa torbida vicenda: il cellulare di Giada è scomparso. La polizia postale infatti è stata incaricata di esaminare lo smartphone e il pc della donna, ma il telefonino non è stato trovato né sul luogo del delitto né a casa. Gli inquirenti non possono fare altro che continuare le ricerche e ricostruire quanto successo nelle ultime ore di vita di Giada.