Dopo l’agguato nel quartiere stadio di qualche giorno fa, ancora un giallo in città anche se di tutt’altro tenore. “Sindaco di Lecce, mafioso, quanto è la tua mazzetta per le piste ciclabili”. È questo il messaggio, e le accuse pesanti contro il primo cittadino del capoluogo salentino, contenute all’interno di un bigliettino anonimo trovato per strada, questa mattina in città, su via XXIV Maggio, strada interessata da un cantiere. Dietro un episodio che appare fine a sé stesso, l’avversione istintiva di una parte della cittadinanza per la mobilità sostenibile. In via XXIV Maggio, infatti, l’amministrazione comunale sta realizzando delle piste ciclabili che hanno l’obiettivo di unire il centro storico con la periferia. Un intervento che non piace a molti residenti della zona perché, a loro dire, in alcuni casi ha sottratto dei posti auto.
Non si è fatta attendere la risposta del sindaco che ha affidato ad un post sui social la replica alle pesanti accuse, circa il giallo in città. “Voglio tranquillizzare il mio concittadino. Non c’è una cupola mafiosa che impone la realizzazione delle piste ciclabili. Non c’è un Padrino. Non siamo a Tangentopoli. Semplicemente – ricorrendo alle parole di Johnny Stecchino – ‘il problema di Lecce è che ci sono troppe macchine. Un traffico tentacolare, vorticoso. Che ci impedisce di vivere e ci fa nemici’. Realizziamo le piste ciclabili per mettere in sicurezza chi si muove sulle due ruote così come i marciapiedi tutelano i pedoni. E contribuire cosi a vivere meglio e diventare tutti amici”.
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