Gianfranco Zola incontra l’uomo che voleva rapirlo: “Ho atteso questo momento 30 anni”

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Gianfranco Zola, indimenticato campione di calcio che ha indossato le maglie di Napoli, Parma e Chelsea, ha assistito alla partita Cagliari-Bologna, vinta 2-1 dai sardi, insieme a Fabrizio Maiello, un nome che probabilmente non dirà nulla a molte persone.

Eppure i destini di Zola e di Maiello avrebbe potuto incrociarsi in modo tragico, ma per fortuna di entrambi non successe. I due si sono ritrovati nel cortile della casa-famiglia Emmaus, a due passi dall’aeroporto di Elmas, e Fabrizio ha pianto per tutto il tempo riuscendo a fermarsi solo quando ha scambiato due palleggi con l’ex campione.

Chi è Fabrizio Maiello, l’uomo che voleva rapire Zola

Fabrizio Maiello è stato ribattezzato il “Maradona delle carceri”, poiché era davvero un asso col pallone tra i piedi. Da giovanissimo i primi calci al pallone tra i parchetti e l’oratorio a Cesano Maderno, in Brianza, poi le giovanili del Monza. Sembra destinato ad una carriera di successo e proprio grazie al pallone se ne sta alla larga dalla criminalità giovanile che dilagava in quegli anni.

Poi a 17 anni il dramma sportivo: dopo un durissimo scontro in allenamento con un compagno riporta un infortunio molto serio al ginocchio, che lo costringe ad appendere le scarpe al chiodo. Da lì è iniziato il declino per Fabrizio: la rabbia, la fuga da casa con la gamba fasciata, le compagnie sbagliate e l’ingresso nel mondo della criminalità tra sparatorie, furti, rapine, droga, latitanza, arresti e persino il manicomio.

Maiello ha spiegato perché ha intrapreso quella strada sbagliata: “Volevo prendermi con la forza quello che la vita mi aveva tolto”.

Il rapimento di Gianfranco Zola

Nel 1994 il piano per rapire Gianfranco Zola, stella del Parma e della Nazionale italiana. Il piano di Fabrizio è quello di speronare Zola in autostrada, per poi portarlo via. Durante il tragitto però il campione sardo decide di fermarsi per fare benzina, così Maiello e la sua banda devono improvvisare.

Sono decisi a rapirlo comunque e, armi in pugno, si avvicinano a Zola, che con disarmante serenità si rivolge così a quelle persone: “Ciao ragazzi, come va?”. Qualcosa scatta nella mente di Fabrizio, che decide di rinunciare al suo folle piano e così Zola scampa quel pericolo di cui viene messo al corrente solo anni dopo.

La gioia di Maiello

Oggi Maiello ha scontato la sua pena con la giustizia ed è felice della sua vita: ha un lavoro, una casa, una compagna e collabora con l’associazione Libera di Reggio Emilia raccontando la sua storia di redenzione nelle scuole.

Non ha perso la passione per il calcio e ogni anno durante la festa della Madonna della Ghiara, l’8 settembre, stabilisce il record di palleggi con la UISP (Unione italiana sport per tutti). Inoltre è entrato a far parte della squadra Seleçao Internazionale Sacerdoti calcio, guidata da mister Moreno Buccianti.

Maiello da 30 anni attendeva l’incontro con Gianfranco Zola, il secondo dopo il primo che gli cambiò la vita in meglio: “Aspettavo questo incontro da 30 anni – ha raccontato l’uomo al Corriere della Sera prima di salire a bordo dell’aereo che lo riporterà a Milano – provo una gioia inspiegabile. Era l’ultima tappa che mancava per chiudere il cerchio, volevo chiedergli scusa, volevo rivederlo negli occhi e ce l’ho fatta”.

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Redazione Nazionale

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