Pubblicato il 5 Febbraio 2024
Dopo l’incontro con il premier ungherese Viktor Orban, Giorgia Meloni è volata in Giappone per incontrare Fumio Kishida, primo ministro giapponese. Davanti ad una tazza di tè verde bollente, ideale per scaldarsi nel freddo inverno giapponese, c’è stato il passaggio di consegna alla guida del G7. “Non sarà facile essere all’altezza, ma lavoreremo nel solco che avete tracciato” – ha dichiarato Giorgia Meloni, sottolineando gli ottimi rapporti tra Italia e Giappone che hanno gli stessi obiettivi condivisi nell’ottica della tutela dell’ordine internazionale.
Le dimissioni di Vittorio Sgarbi
In un secondo punto stampa con la stampa italiana la Meloni ha avuto modo di occuparsi anche di due questioni italiane piuttosto spinose: le dimissioni di Vittorio Sgarbi e il caso Stellantis. Dopo alcuni scandali, come il presunto riciclaggio di un quadro del ‘600 rubato, Sgarbi a sorpresa ha dato le sue dimissioni che sono state accettate dalla Meloni con queste parole: “Credo che le dimissioni siano una decisione corretta. Lo aspetto a Roma per accogliere le sue dimissioni. Ho atteso di avere elementi oggettivi, mi auguro che Sgarbi non si aspetti che si decida per altri con elementi non oggettivi”. Sgarbi aveva provocatoriamente chiesto alla premier di controllare i conflitti di interessi di tutti gli altri esponenti del governo ma, almeno per il momento, il caso sembra chiuso.
Il caso Stellantis
A proposito delle dichiarazioni dell’ad di Stellantis Carlos Tavares sugli incentivi statali sull’auto elettrica, la premier ha replicato seccamente: “Ribadisco che siamo interessati a ogni investimento che può produrre posti di lavoro, siamo molto attenti al campo dell’automotive, ne abbiamo parlato anche oggi nell’incontro che ho avuto con i vertici di alcune aziende giapponesi. Ho letto delle dichiarazioni di Tavares sugli incentivi ma non ho trovato l’intervista. Mi sarebbe sembrato curioso, gli incentivi non possono essere rivolti solo a una azienda e noi abbiamo messo 1 miliardo sugli ecoincentivi. Per questo quello che ho letto mi è sembrato bizzarro”.
La Meloni ha poi punzecchiato Stellantis a proposito della delocalizzazione: “Se si ritiene che produrre in altre nazioni dove c’è un costo di produzione inferiore sia meglio non posso dire niente, però non mi si dica che l’auto che viene prodotta è italiana e non la si venda come italiana”.