Pubblicato il 11 Marzo 2024
Dopo la vittoria alle regionali in Sardegna, Conte sognava il bis anche in Abruzzo, che lo stesso leader pentastellato aveva definito una sorta di feudo per il centrodestra. La seconda spallata alla Meloni, che l’avrebbe fatta vacillare, non è arrivata e così il Presidente del Consiglio può tirare un sospiro di sollievo. Il presidente uscente della Regione Abruzzo Marco Marsilio di FdI ha infatti vinto le elezioni regionali con un margine abbastanza ampio, cioè 7 punti su D’Amico del centrosinistra.
Torna il sereno a Palazzo Chigi
Una seconda bocciatura di un candidato di FdI avrebbe reso molto complicato il percorso della Meloni, soprattutto in previsione delle elezioni europee. Si sarebbe inasprito il rapporto con la Lega di Matteo Salvini, che ultimamente sembra non andare più tanto d’accordo con l’alleata Meloni.
La vittoria di Marsilio invece ha messo a tacere le voci di possibili dissidi tra Lega e Fratelli d’Italia, consolidando la leadership della Meloni che aveva un po’ vacillato dopo il ko in Sardegna del candidato del centrodestra Paolo Truzzu, anche se per una manciata di voti.
La posizione del centrosinistra
Perde il centrosinistra che si è basato sull’alleanza tra Pd e M5S, un’alleanza che difficilmente sarà riproposta a livello nazionale benché Conte si sia molto ammorbidito verso il partito della Schlein negli ultimi mesi. Il fronte unito del centrosinistra si è dimostrato comunque competitivo e per la Schlein lavorare ad un’alleanza o almeno ad una collaborazione col M5S non è affatto un’utopia, anzi.
Intanto le prossime tappe decisive per la politica italiana sono il 21 e il 22 aprile, quando si voterà per le elezioni regionali in Basilicata. Il centrodestra punterà su Vito Bardi di Forza Italia, l’attuale presidente della Regione Basilicata.
E il centrosinistra? A lungo si è parlato di Angelo Chiorazzo, nome non particolarmente gradito al M5S. Il nome giusto potrebbe essere Rocco Paternò, presidente dell’Ordine dei medici di Potenza, che sembra aver messo tutti d’accordo.
Intanto c’è da segnalare anche in Abruzzo un dato mortificante e preoccupante: l’elevato astensionismo di molti abruzzesi, segno di una popolazione sfiduciata e amareggiata verso la politica.