Pubblicato il 25 Ottobre 2023
Il viso è quello di Giorgia Meloni, il corpo di vere attrici e ora la presidente del Consiglio, ignara di tutto, è parte civile nel processo per diffamazione aperto in Tribunale a Sassari nei confronti di un padre e figlio di 73 e 40 anni, accusati di aver pubblicato sul sito americano i video contraffatti, apponendo il volto della premier sui corpi delle protagoniste di scene hard.
E c’è già una novità in questa prima fase del procedimento: Giorgia Meloni ha chiesto 100mila euro di risarcimento danni. Ma non per lei: il denaro verrà versato al fondo nazionale del ministero dell’Interno a sostegno delle donne vittime di violenza.
“La richiesta vuole essere un messaggio rivolto a tutte le donne vittime di questo genere di soprusi a non avere paura di denunciare – spiega l’avvocata di parte civile Maria Giulia Marongiu, che tutela gli interessi della premier – La cifra è simbolica e vuole contribuire alla tutela delle vittime. Donne che, spesso inconsapevolmente, sono l’obiettivo di questo genere di reati”.
Secondo le indagini condotte dalla polizia postale di Sassari, l’autore delle contraffazioni sarebbe il 40enne, mentre il padre è stato citato a giudizio in quanto titolare dell’utenza telefonica utilizzata per la pubblicazione dei video.
In seguito a una segnalazione arrivata direttamente da Roma, la Postale aveva avviato le indagini nel 2020.
E tramite il nickname utilizzato sul sito internet, gli agenti sono risaliti all’utenza telefonica da cui erano partiti i dati e sono riusciti a identificare i presunti autori dei video.
I video restarono in rete parecchi mesi, raccogliendo milioni di visualizzazioni in tutto il mondo.
Gli imputati saranno giudicati con due riti differenti: il loro avvocato difensore, Maurizio Serra, ha chiesto la messa alla prova per il padre, e il giudice Paolo Bulla deciderà a riguardo il 25 marzo.
Il figlio seguirà, invece, il rito ordinario e il dibattimento si aprirà il 19 marzo, davanti alla giudice Monia Adami.