“Ho massimo rispetto del sistema bancario e non ho intenzione di colpire le banche. Ma c’era una situazione di squilibrio”, spiega. “Il sistema bancario è stato veloce ad alzare i tassi dei mutui, ma ha lasciato invariati i tassi cha venivano riconosciuti ai risparmiatori e si è creata una distorsione”.
Meloni comprende le critiche del vicepremier Antonio Tajani (FI) al provvedimento. “Ci può essere sicuramente una questione di metodo” – dice -, “ho coinvolto in minor misura la maggioranza perché la questione, diciamo così, non doveva girare troppo”. “Questa è una materia molto particolare e delicata su cui mi sono assunta la responsabilità di intervenire”. E assicura che il ministro dell’Economia “Giorgetti è stato pienamente coinvolto”.
In vista delle Europee, ragionando sull’alleanza con Marine Le Pen, “non ho l’autorevolezza per mettere veti su nessuno – afferma Meloni -. E in ogni caso è un tema che non mi pongo oggi”. “Lavoro per far crescere la famiglia dei conservatori”, “vorrei costruire una alleanza omogenea. Non credo nelle larghe intese”, spiega.
Sullo scontro con il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini sui fondi per l’alluvione, Meloni avvisa: “Se qualcuno vuol fare politica sulla ricostruzione può farlo, ma deve sapere che lo sta facendo sulla pelle dei cittadini”. E aggiunge: “Francamento non comprendo perché Bonaccini mi chieda un incontro. Forse perché non riconosce la figura del commissario straordinario Figliuolo?”
In quanto al salario minimo, la premier spiega: “ho detto una cosa precisa: diamo sessanta giorni al Cnel, in tempo per la legge di bilancio, per fare una proposta complessiva di lotta al lavoro povero che può prevedere per alcune categorie il tema del salario minimo”.
“Ciò che escludo – aggiunge – è che si possa affrontare con un singolo e generalizzato provvedimento sul salario minimo, una questione che esiste e che è quella delle basse paghe”. Meloni si dice colpita dalla proposta di legge delle opposizioni, dove “è previsto un fondo per gli imprenditori che dovranno aumentare i salari. Giusto – dice -. Ma non immaginano una copertura e dicono che questo dipende dal governo. Curioso, no? A casa mia si chiama gioco del cerino”. “Al tavolo – rivela Meloni – loro hanno ammesso di sapere che il salario minimo non risolverà la questione del lavoro povero, però siccome hanno iniziato una raccolta di firme, la portano avanti”.
Il capo dell’esecutivo dice di non temere un autunno caldo, perché pensa “che gli italiani vedano che il governo sta facendo il massimo, che non si è risparmiato e qualche risultato arriva”. Poi, “il Pil in realtà cresce più delle altre grandi democrazie, abbiamo un record di occupazione e di contratti stabili”, aggiunge. E critica la Cgil: “Quando tu hai uno dei principali sindacati italiani che convoca una manifestazione prima che la legge di bilancio sia scritta, sai che non è un tema di merito, ma di opposizione pregiudiziale”.
Sul Pnrr, “non abbiamo tagliato niente, le opere saranno portate avanti”, assicura Meloni. “Stiamo spostando alcuni fondi su altre voci del bilancio dello Stato”, spiega. Sui migranti, “non ho cambiato idea – dichiara la premier -, ma l’approccio securitario non può bastare. Ecco perché insisto sul piano Mattei, che non è minacciato dalla crisi in Niger”.
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