« Torna indietro

Toti

Toti e Spinelli: nuove accuse di corruzione legate a una cena

Pubblicato il 8 Agosto 2024

Nuove accuse di corruzione per l’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli.

La nuova ipotesi di reato emerge dagli atti depositati in vista del processo fissato per il 5 novembre.

I pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde hanno iscritto la nuova ipotesi di reato lo scorso 24 aprile.

L’ipotesi corruttiva è legata alla cena che si era tenuta il 14 aprile 2024 a villa Lo Zerbino a Genova per raccogliere fondi in vista delle elezioni regionali del 2025.

A quella cena parteciparono 10 dipendenti delle società di Spinelli per un importo versato di 4.500 euro.

Questa nuova accusa non è stata fatta confluire nei capi di imputazione del giudizio immediato.

Potrebbe confluire, invece, nel fascicolo “bis” dove ci sono gli altri indagati che non si trovavano ai domiciliari e in cui Toti risulta indagato per voto di scambio, falso, e le presunte corruzioni con altri imprenditori.

Della partecipazione Toti e Spinelli ne parlarono a un pranzo a Montecarlo.

L’allora governatore era in vacanza e aveva incontrato l’anziano imprenditore.

Di rientro in Liguria, Toti aveva informato la sua segretaria politica Marcella Mirafiori “della volontà di Spinelli di aderire alla cena di raccolta fondi, corrispondendo l’importo per la partecipazione di 10 persone”.

L’episodio era stato riportato anche dal giudice Paola Faggioni nella seconda ordinanza di rigetto della revoca dei domiciliari.

“Particolarmente significativo è il fatto che, nel corso della predetta conversazione, Toti – evidentemente sulla base di preventivi accordi sempre con lo Spinelli – faceva riferimento a una somma che avrebbe ricevuto da Spinelli, ulteriore rispetto a quella “ufficiale” della partecipazione alla cena elettorale (“Spinelli mi ha detto che fa 10 posti. Poi il resto… ci aggiustiamo”), utilizzando un’espressione (“il resto”) di frequente usata sia da Toti che da Spinelli per fare riferimento, in modo allusivo, alle utilità oggetto degli accordi corruttivi”.