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Bari

Giro di baby squillo a Bari, si difende lo sfruttatore: “Erano rapporti consenzienti”. Ma spuntano le minacce

Pubblicato il 14 Maggio 2024

Dopo lo scandalo scoppiato a Bari per il giro di baby prostitute, gli accusati provano a discolparsi parlando di rapporti consenzienti. Tra questi N.B., classe ’99, che secondo le indagini della Squadra Mobile avrebbe prima avuto rapporti sessuali con due delle baby prostitute, per poi indurle alla prostituzione per trarre vantaggio economico personale dalle loro prestazioni sessuali.

Secondo l’accusa l’uomo divideva a metà con le baby prostitute i soldi per le prestazioni offerte ad una pluralità di clienti a partire dal mese di marzo 2022.

“Tutti rapporti consenzienti”

N.B. si è difeso sostenendo che i rapporti erano tutti consenzienti, versione smentite da due baby squillo. Una delle due ragazze, la cui madre ha fatto venire a galla questa torbida storia denunciando tutto alle forze dell’ordine, ha detto che N.B., dopo aver avuto un rapporto sessuale con lei, l’avrebbe poi costretta a prostituirsi minacciando di diffondere in rete sue foto intime provocanti e sessualmente esplicite. Inoltre ha rivelato che N.B. le avrebbe chiesto di contattare alcune sue amiche per chiedere se fossero interessate ad entrare nel giro.

Col passare del tempo N.B. avrebbe “elevato” il livello dei clienti, sempre più importanti e facoltosi. Proprio per questo motivo gli incontri non venivano organizzato più in B&B, ma in diversi hotel di lusso a Bari dove i clienti, tra avvocati penalisti e imprenditori, pagavano fino a 380 euro per una suite. Gli incontri con le ragazze avevano un costo che oscillava tra le 200 e le 500 euro, oltre ai vari regalini fatti dai clienti. Secondo l’accusa N.B. tratteneva la metà della cifra per sé e dava l’altra metà alle ragazze, circostanza che avrebbe causato delle frizioni tra lui e una baby prostituta.

Lo sviluppo delle indagini

N.B., difeso dall’avvocato Marco Vignola, resterà probabilmente in carcere e nella sua versione dei fatti ha anche denunciato una tentata estorsione, che però non è stata provata né documentata da nessuna denuncia, da parte del padre di una minorenne. Dinanzi al gip oggi si presenterà anche R.D., classe ’95, accusato di gestire gli appuntamenti online e l’accesso materiale dei clienti. In sostanza R.D., secondo l’accusa, si occupava di gestire le eventuali emergenze ed era pronto a intervenire in caso di necessità o problematiche.