« Torna indietro

Giulia Cecchettin

Giulia Cecchettin, la sorella Elena attaccata dal consigliere Valdegamberi: scoppiano le polemiche (VIDEO)

Pubblicato il 20 Novembre 2023

Bufera sul consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi, del gruppo Misto ed eletto nella lista Zaia.

In un post su Facebook, Valdegamberi sostiene: “Le dichiarazioni della sorella di Giulia mi hanno sollevato dubbi e sospetti che spero i magistrati valutino attentamente. Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita”.

Proseguendo, il consigliere regionale sostiene “Il tentativo di quasi giustificare l’omicida dando la responsabilità alla società patriarcale. Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza. Sembra una che recita una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito”. 

Critiche e una richiesta di dimissioni vengono avanzate dalla deputata Pd Rachele Scarpa.

Interviene il coportavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli: “Valdegamberi è semplicemente indecente: nutre sospetti sulla sorella di Giulia Cecchettin, Elena, dopo la sua intervista. Secondo lui, sarebbe troppo fredda e apatica, tanto che dovrebbe indagare la magistratura. Sospetti che si trasformano in certezza quando il consigliere visita il sito web della ragazza. In base a quale elemento la magistratura dovrebbe indagare su Elena Cecchettin, sorella di Giulia? Perché fredda? Perché non si veste secondo i gusti del consigliere regionale? Le insinuazioni dell’esponente della maggioranza di Zaia in Veneto sono gravissime e per questo presenterò un’interrogazione parlamentare indirizzata alla premier Meloni: sui femminicidi non è ammissibile che esponenti istituzionali possano avere simili comportamenti”.

“È fin troppo evidente – ha concluso Bonelli – la strategia di accusare Elena Cecchettin in risposta al suo attacco a Salvini, così da screditarla. Ma di fronte a una tragedia come quella del barbaro assassinio di Giulia il Consigliere della Lista Zaia ha perso l’occasione di tacere e ha dimostrato come, ancora oggi, l’emergenza femminicidi ci coinvolga tutti, a partire dal linguaggio, dal comportamento e dalle decisioni istituzionali”.

“Un abbraccio a Elena Cecchettin per l’oltraggioso e delirante attacco del leghista Valdegamberi. È inconcepibile che al dolore si aggiunga violenza istituzionale per aver ribadito la sacrosanta verità che a quanto pare destabilizza chi alimenta questo sistema tossico patriarcale”, scrive su X il deputato Alessandro Zan, responsabile Diritti del Partito Democratico.

Zaia: “Mi dissocio totalmente da Valdegamberi”

“Ho avuto modo solo in questo momento di leggere quanto scritto dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi, nelle sue pagine social. Sono parole dalle quali mi dissocio totalmente, nei concetti espressi e nelle modalità”, ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia.

“Siamo tutti chiamati – ribadisce Zaia – a una riflessione profonda, intima, e soprattutto a combattere ogni forma nella società di violenza sulle donne. Giulia è la 105esima vittima innocente in questo Paese; c’è un grande lavoro da fare per formare l’intera comunità; ben venga il lavoro nelle scuole, sulle nuove generazioni e sull’intero strato sociale”.

“Penso – ha aggiunto – che sia il momento del dolore e del suo rispetto, non certo quello di invocare l’intervento di magistrati sulle dichiarazioni personali della sorella di una ragazza che ha perso la vita in questo modo tragico”.

Elena Cecchettin: “Mostri? No, figli del patriarcato”

Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera, ha scritto: “Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I mostri non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro”.

“La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling – aggiunge – Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura. Viene spesso detto non tutti gli uomin‘. Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini”. Per la sorella di Giulia “il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere”.